Roberto Mancini si è reso conto che cosa ha significato il suo ritorno all’Inter. Più volte ha risposto a cronisti e tv: “Evidentemente non riesco a farmi capire…” che in politichese significa “Non mi capiscono” che si usa per non dire “Non mi ascoltano”. Ed ora la pazienza è terminata.
Roberto mancini comincia la rivoluzione all’Inter.
Per lo scarso rendimento con il Parma era arrivato il castigo: tutti in campo a Pasqua. Ma la seduta “tecnica” è durata solo 50 minuti. Se vuoi mandare un messaggio a ragazzi che non ti ascoltano, del tipo: “Non mi rendi come dovresti, e io ti rovino la festa a casa…” non lasci tutti liberi dopo neanche un’ora.
E allora, cosa può essere successo. Può essere successo che Mancini si è reso conto che è tempo sprecato insistere con questo gruppo.
E si parte per un’altra strada: cambiare il gruppo.
Il Mancio ha finalmente capito che è venuto il momento di congedare chi non è da Inter, mettendo mano su quattro-cinque anni di campagne acquisti scellerate.
I nomi? Ecco i giocatori dell’Inter che più “ascoltano” il tecnico: Shaqiri, Brozovic, Medel, Palacio, Santon e D’Ambrosio, Carrizo e forse Nagatomo. Dovrebbero restare tutti.
In partenza? Handanovic, Ranocchia, due (a seconda delle offerte) fra Hernanes, Kovacic e Guarin, Juan Jesus, Dodò, Vidic. Poi Campagnaro e Jonathan per fine contratto.
In dubbio? Podolski, Kuzmanovic, Andreolli e Bonazzoli.
Sullo sfondo il caso-Icardi. La punta ha segnato 15 gol in campionato, e da lui Mancini vorrebbe cominciare a rifondare, ma non c’è ancora l’accordo sul nuovo contratto. Oltre alla questione del denaro ci sono componenti extra che distraggono il giocatore, come quella di un attaccamento ai colori venuto meno, ad esempio dopo il fatto della maglia tirata dietro dai tifosi o dei gol senza festeggiare. Senza contare che questo tipo di atteggiamento può aver aumentato la disincentivazione di altri del gruppo.
In ogni caso, Mancini comincia la rivoluzione.
Roberto Del maschio
07/04/2015
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