Il neo sindaco di Venezia ha detto un deciso no alle favole gender nelle biblioteche delle scuole, asili ed elementari, e già le ha fatte ritirare. Nelle biblioteche comunali continueranno ad esserci, ma negli istituti scolastici no.
«Io sono per l’integrazione, nessun bambino sarà mai discriminato – ha detto Brugnaro – ma va riconosciuta la volontà della maggioranza per cui i genitori sono mamma e papà. Sono temi che riguardano la libertà di scelta degli adulti, non dei bambini».
Due anni fa era scoppiata la bufera politica per la decisione dell’allora delegata del sindaco alle differenze, Camilla Seibezzi (foto), di acquistare 1.098 libri di favole per bimbi, di cui 10 titoli per i nidi e 36 per la scuola d’infanzia, ora le fiabe che narrano di differenze culturali, di nazionalità e religioni diverse, non saranno più presenti negli scaffali delle biblioteche scolastiche.
I libri erano rimasti negli scatoloni, poi prevalse il compromesso tra l’Udc e la sinistra di Orsoni: le favole sarebbero state date solo alle biblioteche scolastiche che ne avessero fatta richiesta. Luigi Brugnaro, a dieci giorni dalla sua elezione, come aveva promesso in campagna elettorale, li ha fatti ritirare.
La Seibezzi ha ovviamente invitato il neo sindaco ad un confronto pubblico sulla questione, mentre a sostenere Brugnaro è l’Udc con l’onorevole Antonio De Poli che ha dichiarato come con la scelta del sindaco si evidenziano i valori dei moderati che credono nella famiglia.
Sara Prian
26/06/2015
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