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L’Europa ormai è finita

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L’Unione Europea – parliamoci chiaramente – è un’organizzazione sovranazionale completamente a-democratica, sia politicamente che economicamente.
Dal punto di vista politico, abbiamo una Commissione che ha iniziativa legislativa e non è votata dai cittadini, dato che i commissari sono designati dai Governi che li scelgono in base a compromessi e inciuci vari.

Questa Commissione ha anche una funzione ispettiva sui trattati, frutto della volontà di ministri e governi vari e mai approvati dai cittadini: a tal proposito, ci sono stati tentativi, tutti finiti malamente, come per esempio la bocciatura di Olanda e Francia del Trattato che sanciva la Costituzione Europea – rientrato poi dalla finestra sotto il nome di Trattato di Lisbona – e la stroncatura di quest’ultimo da parte dell’Irlanda, anche se un lavaggio mediatico successivo ne ha ribaltato il verdetto in una seconda votazione.

A fronte di una Commissione con dei superpoteri, abbiamo un Parlamento che, di fatto, approva le leggi, anche se in alcune materie – poche – ha un potere di co-decisione che è solo sulla carta.
Il Consiglio Europeo, infine, formato dai ministri dei singoli governi, ha un ruolo d’indirizzo politico, il che – dato che parliamo di 28 paesi – fa ben capire come alla fine la Commissione abbia un ruolo pregnante su tutto il processo decisionale.

Dal punto di vista economico, tanto per peggiorare il quadro, abbiamo una Banca privata, la BCE, che è una S.P.A tra tutte o quasi le banche centrali private dei paesi dell’eurozona (e non solo), la cui allegra gestione (crea il denaro dal nulla, ci indebita, apre e chiude i rubinetti generando finte crisi e finte espansioni) ci sta portando dritti dritti verso il baratro.

In un contesto simile di dittatura mascherata, è normale che i paesi vogliano scappare: quest’Europa ormai è solo un peso, ci rimettiamo perfino come contribuenti, dato che al bilancio della stessa organizzazione sovranazionale versiamo piu’ di quanto incameriamo!

Il problema è che i politici sono piazzati proprio dalla finanza europea e internazionale, dunque scongiurare quest’uscita facendo finta di mettersi contro… è l’ultima arma che hanno a disposizione per prendere tempo, nella speranza che si arrivi all’accentramento globale cui i poteri finanziari stanno lavorando da molto tempo.

La cosiddetta “Brexit” del premier David Cameron va esattamente in questa direzione: ottenere una discriminazione temporanea per i lavoratori immigrati nel Regno Unito (anche europei), che guadagnano abbastanza bene e hanno dalla loro un po’ di welfare dato che il paese ha conservato la sovranità monetaria e quindi, in un certo senso, la libertà di gestire i flussi monetari (si parla di assegni familiari piu’ leggeri e meno diritti all’accesso alle case popolari) non solo è una sceneggiata, ma è quanto di piu’ stupido e anti-europeo (se il termine “Europa” ha ancora senso) si possa immaginare.

Nella Brexit è incluso anche il taglio della burocrazia, che è il solito annuncio messo per iscritto, così come l’autonomia della city londinese, che comunque dovrà sottostare alle authority europee di controllo (anche quest’ultima clausola e’ pura fuffa, in realtà la city londinese è uno dei centri nevralgici della finanza internazionale, e la sua autorità è perfino superiore ai banchieri della BCE).

Insomma il referendum del 23 giugno per l’uscita dall’UE che Cameron ha dovuto promettere pur di farsi rieleggere potrebbe davvero sancire l’impensabile: sarà rispettata – almeno questa volta – la volontà popolare, o si farà come il Trattato sulla Costituzione e – successivamente – di Lisbona?
Mentre l’Inghilterra chiede di avere due piedi fuori l’UE (e non uno come adesso) gli altri paesi dell’Eurozona sono altrettanto insofferenti: l’Austria chiude le frontiere con il Brennero e minaccia altrettanti referendum sulla moneta unica, mentre molti paesi dell’est (entrati nell’UE nel 2004) neanche ci pensano ad entrare nella gabbia monetaria dell’Euro.

Il problema per cui i maggiordomi dei banchieri alzano un po’ la voce, alla fine, e’ che questa BCE, con le sue assurde regole del pareggio di bilancio e della percentuale di deficit (indebitamento) del 3% massimo, mette troppa poca moneta in circolo, e ciò sta creando una concreta asfissia economica per l’economia reale.

Il Quantitative Easing, infatti, è un’arma distrazione di massa, altro che bazooka, visto che la banca di Draghi e company acquista i titoli di credito degli Stati… emessi a garanzia del denaro erogato a monte dal nulla: dunque quei soldi, alla fine, bisogna sempre tirarli fuori, cambia semplicemente il creditore che garantisce l’acquisto dei titoli, riduce gli interessi e dilata i tempi di pagamento.
Insomma, anche se non si può dire ancora apertamente, l’Unione Europea è finita: tra il Regno Unito che negozia qualche clausola pur di rimanervi, paesi che chiudono le frontiere e asfaltano Schengen, e tra una Grecia ormai… che assalta perfino il proprio Parlamento, questa Europa finanziaria è ormai al capolinea.


Onestamente, non so se tutto questo sia voluto o meno all’interno di certe logge oscure: tutto ciò, infatti, potrebbe essere sia una conseguenza dell’eccessivo accentramento (in pratica il progetto dei banchieri/mondialisti che sta comunque fallendo) sia di una sorta di nuovo… “liberi tutti”, alias un tentativo (pur sempre disperato) per arrivare a un ordine sparso che porti a un conflitto generalizzato, cui si sta lavorando sottotraccia da tempo pur di accentrare definitivamente i poteri.

Una prova di tutto questo potrebbe essere che l’UE, anche se ci tenta, proprio non riesce a darsi un esercito e una politica estera comune, e questo è molto sentito in certi contesti di “potere”.

Tutto può essere insomma, ma una cosa credo sia ovvia: il Governo Mondiale – di cui l’UE è solo una tappa – sta reagendo, ed è davvero in estrema difficoltà.

Gabriele Sannino
26/02/2016

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