L’Europa manda un segno, sempre più spesso in tema di profughi si sente parlare di respingimenti. La Svezia si prepara a 80 mila espulsioni, erano profughi richiedenti asilo che sono stati “bocciati”. La Finlandia ne rimanderà a casa 20 mila. L’Olanda sta studiando un sistema per rimandare indietro i migranti, in modo da respingerli di nuovo verso la Turchia.
Dal senso degli annunci, si capisce una nuova tendenza ‘contagiosa’ dell’Europa a rimettere in discussione il proprio sistema di welfare, o quanto meno di quella base che fino a ieri si occupava dell’accoglienza dei profughi. Accoglienza che è diventata ingestibile a causa dei grandi numeri che potrebbero portare al collasso sociale anche i Paesi di storica e consolidata apertura e generosità.
Da Stoccolma arriva il caso più eclatante: il ministro dell’Interno prevede a breve un rimpatrio di massa. A 60 mila profughi richiedenti asilo sarebbe stato deciso di ‘bocciare’ la domanda dichiarandola inammissibile. Per un rimpatrio di massa così massiccio il paese nordico dovrà fare ricorso a voli speciali a suo carico. Si prevede un processo di esodo che duri mesi (se non anni) senz’altro oneroso (ma evidentemente meno impegnativo del mantenere i profughi nelle proprie terre) che non sarà certo indolore. Molti stranieri, infatti, cercheranno ogni tipo di soluzione pur di non farsi rimpatriare.
La decisione pare comunque inevitabile. Il Paese, con governo socialdemocratico, conta meno di 10 milioni di abitanti, e solo nel 2015 ha accolto 163 mila richiedenti asilo. L’arrivo in questi ultimi anni di centinaia di migliaia di profughi dalla Siria, dall’Iraq, dall’Eritrea, sta mettendo a dura prova un sistema che finora aveva funzionato egregiamente.
L’uccisione della giovane impiegata Alexandra Mezher, assistente sociale in una struttura per l’accoglimento di stranieri (accoltellata martedì da un ragazzino profugo in un centro per minori non accompagnati a Göteborg), ha inoltre esasperato le polemiche.
Il sovraffollamento delle strutture fa dichiarare l’impossibilità di far fronte ad un flusso di arrivi così imponente. Nella stessa situazione Helsinki, pur gestendo numeri più bassi: 20 mila su 32 mila domande presentate nel 2015 saranno negative, e diventeranno rimpatri.
Paolo Pradolin
29/01/2016