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[Lettera] Non sempre la nostra vita è come la vorremmo

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E' piuttosto frequente udire sentenziare frettolosamente, di fronte a taluni casi sociali tutt'altro che felici ed entusiasmanti, che ognuno, in fondo, è artefice del proprio destino. E, di conseguenza, anche autore del suo male.
 
Personalmente, attingendo dai miei ricordi relativi ad alcune persone in disgrazia incontrate e conosciute, non ne sarei però così certo, con buona pace del grande Appio Claudio a cui, consapevolmente o inconsapevolmente, si rifà  chiunque sia solito sentenziare nel modo suddetto. E sarei invece dell'avviso, molto più realisticamente, di ritenere che ognuno, sì, può più o meno contribuire al proprio destino, ma a seconda tuttavia delle vicissitudini che la sorte gli riserba e, soprattutto, delle inevitabili scelte imposte, "volens nolens", da queste ultime.

 

In una condizione di povertà  assoluta, com'è frequente che accada, hai ben poco infatti da scegliere tra lo studiare, come vorresti, o il cercarti un lavoro pur che sia: ché la scelta è già  determinata in un certo qual modo a priori, a prescindere dai tuoi desideri e dalla tua volontà . E lo stesso dicasi ovviamente, allorché il lavoro stenta ad arrivare o non c'è addirittura per niente, e si impone scegliere tra una vita di stenti, il morire di fame etc. o il darsi furbescamente da fare, vivendo di espedienti, pur di sopravvivere.

Dicendo ciò, sia ben chiaro, non è assolutamente mia intenzione avallare in alcun modo certo giustificazionismo e buonismo assai diffusi nel nostro Paese e corrivi spesso nei confronti di farabutti e delinquenti, consentendo spesso a taluni di essi di farsene una ragione e sentirsi autorizzati a continuare nelle loro malefatte. Sebbene infatti sia dell'avviso che il destino di ciascuno di noi, al di là  dei nostri desiderata, dipenda in gran parte da fattori oggettivi e contingenti, ritengo tuttavia che la responsabilità  individuale di ognuno alla fin fine, anche di fronte alla scelta più pressante e indipendente dalla propria volontà , possa sempre consentire di poter optare, quantomeno, tra il lecito e l'illecito.


ENZO PEDROCCO

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