[27/12] Il candidato-ministro, cioè il ministro-candidato Presidente ha iniziato a parlare e si capisce che farà la sua campagna elettorale con tutti i vantaggi, vantaggi concreti, che la poltrona romana gli garantisce.
Bell'esempio di trasparenza e di correttezza politica nella corsa per la presidenza del Veneto che mette in campo il ministro romano. E per restare in tema di trasparenza, il ministro-candidato sostiene di aver formato una squadra di giovani lobbisti che sarebbe guidata da un docente universitario. Lobbisti o propagandisti? In ogni caso la squadra da chi è pagata?L'uomo di Bossi e di Calderoli dice che in Veneto c'è da recuperare il tempo perduto sulle infrastrutture. Trovo tutto questo inaudito se si pensa che il leghista che parla quattro lingue, tra cui il veneto e l'italiano, grande poliglotta pertanto, è stato sempre contrario ad ogni infrastruttura realizzata in Veneto in questi anni. Basterebbe chiedergli se gli va bene ora e se gli andrà bene anche domani sostenere che è urgente realizzare la Nuova Romea, infrastruttura viaria che già trova diversi comitati leghisti contrari.L'uomo di Bossi e di Calderoli, il ministro-candidato Zaia tenta di venderci la fiaba del federalismo fiscale, fiaba che sarà vanificata solo quando giungeranno in Veneto soldi veri, quei soldi che intanto continuano ad andare a Roma, lì dove vive e lavora Luca Zaia. Da ultimo, il ministro-candidato di Bossi e di Calderoli sostiene di voler essere interprete della volontà dei veneti, ma intanto è stato paracadutato qui da noi a seguito di accordi romani decisi ad Arcore. Non male per uno che gioca a ricoprire il ruolo di politico veneto.
Caro Zaia non sei nient'altro che una pedina di interessi totalmente romani. Sei un ministro di Roma e non sei più da troppo tempo un ragazzo spuntato per caso nella campagna trevigiana.On. Antonio De Poli
Segretario regionale Udc Veneto