Lettera aperta a Papa Francesco e al Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella.
Cari, carissimi amici dell’anima e del cuore.
Chi sono e perché oso tanto? Mi chiamo Andreina Corso, ho compiuto settantaquattro anni a novembre.
Mi sento una scrittrice, ma devono dirlo gli altri, se merito questo nome.
Vi scrivo per attingere ancora da voi un po’ di forza. Lo so che approfitto, come tanti, tante altre persone, che si avvalgono del vostro respiro e delle vostre parole, di voi, forse inconsapevolmente, forse per resistere a un sentimento di morte.
Ma io vi scrivo
per non chiedervi niente, per ringraziarvi di esistere. C’è nella coscienza profonda delle vostre parole e della testimonianza generosa della vostra vita, il senso della nostra vita più discreta, del nostro intimo sentire che ci dice che abbiamo tanto bisogno di voi. E forse anche voi di noi. Aiutateci a credere nell’altro da noi, aiutateci a non morire con la percezione di non aver tentato di capire.
Grazie.
Andreina Corso
Viale San Marco 66/m Mestre
Qualcosa sull’autrice
Cosa di può dire di una donna che scrive e che della scrittura ha macinato il grano per trasformarlo in pane?
Uno spartito, una lunga pagina di briciole lunghe settant’anni per offrire alla parola l’acqua di cui ha bisogno. L’acqua limpida e insieme salata sono gli ingredienti che la Parola mi ha affidato, affinché ne avessi cura. Affido queste pagine agli occhi che si fisseranno sui versi, con la speranza di vederli partire verso i mondi che offrono al viandante i luoghi più cari al cielo.
Il legame con l’insegnamento, il giornalismo, la scrittura, la sua vita a Venezia, segnano un percorso e un impegno teso a raccontare storie di esistenze raccolte dai margini della vita quotidiana e da vicende piagate dall’indifferenza e dall’invisibilità.
L’insegnamento, la scrittura, il sentirsi accanto e con gli ultimi della terra, caratterizzano la narrazione che aspira al sentire poetico e alla forza dell’indignazione. Venezia, valore immenso nel suo solo esistere dentro le parole, consolazione e dolore, nel suo aprirsi e sparire, accompagna il senso della scrittura stessa.
Pubblicazioni: Le mani d’acqua – Helvetia 1993; La madre naufraga – La baùta ed. 1995; Il bianco reciso – Helvetia 2006; Però non volevo – Bonaccorso ed. 2012; Storia epistolare: un vecchio e un bambino – Sovera ed. 2012 ( Premio Franz Kafka Italia); Racconti (Vincitore Premio Nazionale Argimusco – Messina) 2013; Le Madri – Bonaccorso ed. 2016 (Premio Franz Kafka Italia); M’incontro poeta 2017 ed.Bonaccorso.
Collaborazioni con le Riviste “La voce della luna”, “Terza Pagina” “La scrittura esiliata”, “La palabra en el mundo”.