Era il 1998 quando Peter Howitt, per la prima volta, si metteva dietro la macchina da presa senza sapere che avrebbe creato una pellicola, Sliding Doors, che avrebbe influenzato per anni sia il cinema a seguire che la letteratura.
E’ proprio su questo principio che si basa Le mie due vite, edito da Gargoyle con traduzione di Daniela Di Falco, scritto dall’autrice pluripremiata Jo Walton, che racconta la storia di Patricia, una donna dai ricordi molto confusi che rimembra con nitidezza solo la sua infanzia ed adolescenza. Ha sposato Mark diventando madre e moglie perfetta, sopportando soprusi, oppure ha amato liberamente la sua compagna Bee? E davvero le sue scelte hanno influenzato il corso dell’intera vita dell’umanità? Due versioni di quello che sarebbe potuto accadere se, ambientata negli anni Quaranta e che si spinge fino al presente.
Un battito di ali può davvero provocare un uragano dall’altra parte del mondo? Nessuno può saperlo eppure Jo Walton cerca, con sapienza, di darci una risposta o, almeno, di condurci su un percorso che potrebbe portarci ad un ragionamento più ampio e che comprende moltissime tematiche, una su tutte su cosa sia davvero l’amore.
Perno, infatti, su cui si basano le intere vicende de Le mie due vite è proprio questo sentimento che viene trattato dall’autrice in tutti i suoi aspetti con una delicatezza che permette all’autore di entrare nella vita di Pat, quanto quella di Tricia, in punta di piedi. L’amore è unico, sembra dirci Walton, non importa a chi è rivolto, l’amore è uno solo ed è quello puro, quello che esplode dentro il cuore irrazionalmente e ci fa prendere cura di una o più persone. E’ l’amore verso la vita, la cultura, i figli, la compagna e il compagno. La visione di questo sentimento che l’autrice ci regala, viaggia su due binari paralleli: quello dalle vedute più strette che ti “costringe” a stare con qualcuno perché prima viene la famiglia e la reputazione e un altro, più moderno, più ampio, che vede l’amore varcare il confine dei cromosomi X+Y e guardare alle famiglie allargate con un occhio molto originale.
Ci si emoziona con Le mie due vite, ci si arrabbia e ci si innamora di alcuni personaggi, si accettano e si rifiutano le decisioni della protagonista, il tutto grazie ad una prosa originale che preferisce narrare invece di mostrare e dimostrare, lasciando, come detto, al lettore il piacere di farsi un’idea. Sì perché, oltre all’amore, Jo Walton si sofferma sul ruolo della donna nella società, sulla sua emancipazione, in un libro profondo, dolce quanto amaro, che ti lascia qualcosa dentro anche giorni dopo che si è finito di leggerlo.
E’ un libro che matura dentro di noi e si ritaglia un posto nel cuore tra i libri più belli di questo 2014.
Sara Prian
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