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Le insidie del Convenzionale e la coerenza dell’Incoerenza

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[lettere al giornale]

L’appoggio pressoché generale fornito al governo Draghi, in virtù del quale quest’ultimo ha potuto costituirsi, se, da un lato, rispondeva doverosamente all’esplicito invito alla responsabilità del nostro presidente della Repubblica, da un altro lato non è da escludere – checché ne possano dire o pensare taluni zelanti analisti o dietrologi – che possa anche essere stato frutto di un effettivo e sincero ripensamento delle proprie idee, affatto scevro da tatticismi o interessi vari; o anche un coraggioso, ma lecito, deliberato atto di sottrarsi alla tirannia etica e intellettuale esercitata nei nostri confronti dalla cultura cosiddetta convenzionale, ligia, com’è noto ai conformismi, ai luoghi comuni etc.
Rimproverare a profusione l’incoerenza a destra e a manca, nelle loro dietrologie o nelle loro surreali e strampalate ipotesi, come hanno fatto taluni giornalisti, politici o altro, è non solo inutile, ma dimostra anche la loro scarsa onestà culturale.

Così facendo, infatti, hanno dimostrato di non prendere la realtà così com’è, nella sua complessità e nei suoi evidenti repentini cambiamenti, ma come se la immaginano loro, e non conoscere affatto ciò che per molti è addirittura lapalissiano: e cioè che le idee, fortunatamente, si evolvono in base all’analisi della realtà, modificando spesso e volentieri, con il mutare di questa, anche il comportamento delle persone. E ignorino soprattutto, inoltre, le complesse problematiche della politica e le inevitabili implicazioni che vi sono connesse, quali, fra l’altro, la necessità talvolta di intese, di alleanze, di convergenze eccetera, che possono anche prescindere, nella contingenza in cui vengono stabilite, di risultare coerenti con le idee fin lì sostenute di destra o sinistra, secondo l’ormai anacronistica e vetusta dicotomia.
Nel suo straordinario saggio “Elogio dell’incoerenza”, che consiglio vivamente di leggere, il filosofo polacco Leszek Kolakowski sostiene, non a caso, che la coerenza assoluta equivale al fanatismo. E che essere incoerenti è l’unico modo per evitare di diventare tali: in altre parole, di accettare pedissequamente ciò che Sartre chiamava “l’essere costituito”, con gli inevitabili rischi connessi di irrealtà, di fittizio, di costrizione.


Enzo Pedrocco

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