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Latin Lover, riflessione di Cristina Comencini sul nostro grande cinema

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latin lover comencini LARGE

Latin Lover, un’espressione proverbiale, costruita sul modello maschile italiano il quale, nel corso degli anni 50/60 venne visto come maschio di riferimento, in possesso di qualità amatorie peculiari e superiori al restante mondo dei maschi da corteggio almeno occidentali.

Latin lover è carattere che concede esplosioni di passione che lascia toccati per sempre ma non garantisce alcuna fedeltà coniugale né patriarcale. E questo è in sostanza Saverio Crispo, il personaggio attorno cui calamitano le vite di tante donne, ex mogli e figlie nell’ultimo film di Cristina Comencini. Intitolato appunto “Latin lover”.

Crispo è un mix di vari attori realmente esistiti, dei miti del nostro cinema: Vittorio Gassmann, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Gian Maria Volontè. Ampiamente citati, ricalcati, nel film che, tra le altre cose, è un omaggio/riflessione al cinema italiano dell’epoca d’oro. La pellicola inizia come un mockumentary; assistiamo a una carrellata di spezzoni di film interpretati da Crispo che sono ricalcati su celebri film come “Un americano a Roma”, “La classe operaia va in paradiso”, “Il sorpasso”.

Le citazioni sono palesate: la regista non nasconde affatto che la figura presa come paradigma per raccontare una storia di maschio e femmine all’italiana sia direttamente ispirata non solo al pubblico ma anche al privato dei vari attori. In special modo Gassmann e Mastroianni.

Introduce questi spezzoni, e il personaggio Crispo, l’amico critico Picci (T. Bertorelli) il quale si è fatto vecchio all’ombra del divo. E’ il tipico critico “vestale”, di quelli che scelgono un attore e ne restano fedeli per sempre. Ma ancor più vestale di lui è Susanna (A. Finocchiaro), che cura il patrimonio artistico del padre e ha un fidanzato “nascosto” (Marcorè), montatore cinematografico, completamente l’opposto del padre.

Il decennale della scomparsa del divo verrà festeggiato con una retrospettiva e una targa alla memoria nel paese natale di Crispo, S.Vito dei Normanni. Alla villa della prima moglie Rita (V.Lisi, a cui il film è dedicato alla memoria) giungono tutte le donne della vita dell’attore: l’ex diva Ramona, la seconda moglie (una straordinaria Marisa Paredes) con la figlia e genero, quest’ultimo ansioso di ricalcare le gesta amatorie del “suocero” (Candela Pena e Jordi Molla), la figlia norvegese Solveig, attrice anch’essa (la pessima Philia Viitalia), la figlia francese (V.Bruni Tedeschi) attrice anch’essa, nevrotica e con complesso d’inferiorità; e ovviamente Susanna, la figlia.

Tra queste donne…

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