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L’amore, il destino e il viaggio – L’incredibile storia di PK Mahanandia

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L'incredibile storia dell'uomo che dall'India arrivò in Svezia in bicicletta per amore

Ci sono avventure realmente accadute in cui i classici della letteratura di genere non potrebbero mai competere. Ci sono vite straordinarie, dove non basterebbe una recensione per render loro giustizia. Ci sono esistenze esemplari che ci arricchiscono con i loro valori invitandoci ad essere persone migliori, invitandoci a riscoprire, giorno dopo giorno, l’importanza e l’essenza dell’amore. «L’amore per me è potere, è Energia Cosmica, è la luce universale che lega ognuno di noi – ci racconta Pradyumna Kumar Mahanandia, detto PK, protagonista de ‘L’incredibile storia dell’uomo che dall’India arrivò in Svezia in bicicletta per amore‘ del giornalista e scrittore Per J. Andersson, pubblicato in Italia da SonzognoProveniamo tutti dall’amore e ogni giorno camminiamo verso di esso… sì tutto è in continuo cambiamento, ma la forza che ci lega l’uno all’altro, quell’energia è l’Amore, è quello, in un mondo di variabili, è una costante».

Pradyumna Kumar MahanandiaSiamo in una piazza di Nuova Delhi, è dicembre e una giovane e biondissima ragazza svedese si avvicina ad un ritrattista e gli chiede di farle un ritratto. Lei è Lotta, lui è PK e per lei, negli anni ‘70, il giovane, che nella sua infanzia e giovinezza ha conosciuto solo situazioni estreme, riuscirà a superare la povertà e gli ostacoli, per raggiungerla in sella alla sua bicicletta fino in Svezia, lasciandosi guidare dal suo talento (è talmente bravo a disegnare che perfino Indira Gandhi gli ha chiesto di ritrarla), dall’amore e dalla fortuna.

«Fortuna genera altra fortuna – continua a dirci PK – come esseri umani siamo collegati gli uni agli altri in maniera profonda e siamo in grado di essere ispirati dagli altri in molti modi diversi». L’avventura di PK ci insegna a non mollare mai, a mettere a fuoco quello che vogliamo ed impegnarci per ottenerlo. Magari anche sbagliando, cadendo dalla bicicletta, ma tornando sempre in sella. «Quando un bambino piccolo per la prima volta incontra il mondo a lui, vuole immediatamente scalare il primo piolo della scala – dice in maniera figurata – e appena ci riesce vuole scalare il prossimo e poi quello dopo ancora. Ma quando perde l’appoggio e cade, può anche piangere per un po’, ma poi ci riproverà aiutato dalla sua forza di volontà».
Ed è quel fuoco interno che brucia dentro di noi che ci spinge a compiere imprese che non pensavamo essere in grado di realizzare. Basta guardare PK: non ci ha pensato due volte, dopo aver conosciuto Lotta, a mettersi in viaggio per vivere quello che il destino aveva in serbo per lui. La profezia gli diceva che avrebbe sposato una donna di un altro paese e lui ha compiuto ogni passo affinché il destino si compisse. «Dentro di noi – continua – abbiamo un seme speciale, una forza di volontà, di cui moltissime volte non siamo consapevoli di avere. Il Destino è composto dalle nostre buone azioni (Good Karma), ciò significa prendersi cura del seme che germoglia dentro di noi. Quando piantiamo un seme, diamogli acqua, i raggi del sole faranno il loro lavoro e solo allora tutto potrà crescere e proseguire com’era destinato. Ma il good Karma è assolutamente la materia prima affinché tutto si compia».

Il suo è un viaggio all’insegna della generosità e della stoicità. Ha in mente un obiettivo, Pradyumna Kumar Mahanandial’amore regala alla sua bicicletta il motore, il viso della sua Lotta una costante compagnia e l’aiuto degli altri, un elemento necessario per arrivare fino in fondo. La cosa che, ad un lettore del 2018 ed una figlia di fine anni ‘80 sorprende però,  sono le persone. PK con la sua trasparenza d’animo oltre a farsi amare dal lettore, riesce a raccogliere attorno a sé esseri umani desiderosi di aiutarlo nel compiere l’impresa. Nessuno chiede qualcosa per avere qualcos’altro in cambio (magari un ritratto come ricordo, forse sì), vogliono bene a PK anche se le loro esistenze si sono incrociate solo per una giornata e vogliono fare di tutto per rendergli il viaggio più semplice e meno solo. In qualche modo il suo percorso in solitaria non lo è mai per davvero, c’è sempre qualcuno lungo la strada pronto ad offrirgli un passaggio, un posto dove dormire, un pasto caldo.

La domanda, per cui, sorge spontanea: sarebbe possibile anche al giorno d’oggi tutta questa generosità? « – ci risponde PK – Secondo me quando c’è volontà tutto può accadere. È possibile compiere questo tipo di viaggio al giorno d’oggi anche se sarebbe più complicato e rischioso e non solo per le differenti posizioni geopolitiche, ma perché sappiamo più cose su tutto. Mi spiego meglio: siamo una società molto ben informata su tutte le cose negative del mondo e, di questi tempi, seguiamo più la nostra mente che il nostro cuore. Ma il punto è che oggigiorno la nostra mente, con tutte le sue conoscenze, è piena di paura e dubbi, che sono i peggiori nemici. Noi come esseri umani dobbiamo essere consapevoli dell’intelligenza insita nel nostro cuore e seguire, a volte, quella più che quello che ci dice la nostra testa».

E PK come potrete leggere sulle pagine di uno dei libri più avvincenti e page turner degli ultimi tempi, ci mette anima e cuore in ogni cosa che fa. Che sia raccontare la propria storia a chi questo libro lo ha scritto o che sia dipingere quello che vede e chi vede, egli non si risparmia. «Dipingere e scrivere – ci racconta – hanno molti punti in comune visto che scatenano entrambi il potere creativo».

Per J. Andersson, autore del libro, riesce a regalarci un ritratto non solo del protagonista rendendocelo amico e una figura letteraria (per quanto realmente esistente) irresistibile, ma riesce nel contempo a regalarci perfettamente la figura di Lotta che non è mai un personaggio sullo sfondo ma un elemento che vive e respira sulle pagine. E non solo. L’autore riesce a dipingere nella nostra mente e davanti ai nostri occhi di lettori voraci anche la situazione indiana dell’epoca. Scoprire la situazione degli intoccabili, di come un bambino come PK dovesse seguire le lezioni fuori dalla classe e lavarsi dopo gli altri bambini in quanto non appartenente a nessuna casta, scuote le coscienze. Il tutto però raccontato con estrema attenzione e delicatezza.

«Per J, Andersson è un esperto dell’India – continua il protagonista – Qualche anno fa vide un documentario sulla televisione nazionale svedese intitolato “My Grandfather was a Tribal Chief (Mio nonno era un capo tribù ndr)”. Era stato girato nella mia regione, Per J. ne rimase affascinato e decise di venire da me per propormi un viaggio insieme in India. Siamo andati a visitare il mio villaggio e rimase colpito dal modo in cui comunicavo con gli abitanti, dal modo in cui condividevo con loro le emozioni. A volte gli abitanti erano felici, ridevano, altre volte venivano da me piangendo. Quando siamo tornati a casa, abbiamo capito che dovevamo scrivere un libro sulla mia storia».

Pradyumna Kumar MahanandiaE sì sa quando un libro diventa famoso, ecco che Hollywood è subito lì pronta ad accaparrarsene i diritti. «Sì, molti produttori famosi, non solo di Hollywood, ci hanno contattato per avere i diritti per un film. Anche dall’ Italia! Ma Charlotte e io, assieme ai nostri figli Karl- Siddartha e Emelie abbiamo deciso di non venderli a nessun produttore in particolare, ma di collaborare con diversi produttori da diverse parti del mondo. I nostri figli, poi, hanno avviato una loro propria casa di produzione…»

L’incredibile storia dell’uomo che dall’India arrivò in Svezia in bicicletta per amore, è uno di quei libri che ti rimangono nel cuore, così come il suo protagonista: una persona trasparente, pura, da cui tutti dovremmo trarre esempio, imparando a vivere un po’ più di cuore e meno di testa.

Sara Prian

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