Il campionato poteva essere finito, invece una fessura della porta che conduce allo scudetto è rimasta aperta.
Roma Juventus ha ribadito la superiorità della Juventus.
Superiorità tecnica, tattica, mentale. Tanto che, in vantaggio di un gol e con un uomo in più, decide di prenderla con sufficienza e si mette a giocare peggio.
La Juventus resta a più 9, in ogni caso, e a quanto pare si può raggiungere solo con un gol su calcio piazzato.
Alla Roma la soddisfazione di aver messo paura alla capolista nel finale, schiacciandola come fosse una provinciale chiusa in difesa.
In difinitiva, fa tutto la Juventus. Avvio blando, poi un primo tempo solido, senza smagliature. La Juve costruisce almeno due azioni da gol. La prima con Pereyra che lancia Morata, salvataggio di Manolas, la seconda con Evra che taglia con il suo cross l’area senza trovare nessuno per la deviazione. La Roma appare un po’ confusa e banale: in generale, dopo 45’, i giallorossi si ritrovano senza tiri in porta.
Al 18’ del st la Roma resta in 10 per l’espulsione di Torosidis (secondo giallo per fallo su Vidal) e sulla punizione Tevez mostra una sua perizia balistica, non inferiore a quella di Pirlo. Poi la capolista tira i remi in barca e vengono fuori De Rossi e Totti, grazie anche agli ingressi di Iturbe e Florenzi. Al primo tentativo, sempre con Florenzi in battuta, Buffon devia il colpo di testa di Manolas; sul secondo Keita vince il duello con Caceres e infila il portiere, poi perfetto in un’uscita su Gervinho lontano dalla rete.
Per la Juventus partita perfetta per 75’, per la Roma solo per gli ultimi 15′.
Roberto Dal Maschio
03/03/2015
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