Chi sta dietro alla figura dell’amata Virginia Woolf? Dalle parole di chi potremmo conoscerla meglio? La risposta è Vanessa Bell, la sorella. L’autrice di La nostra Bloomsbury (Donzelli Editore, pagg.144, €20,00), Lia Giachero, con l’aiuto di Angelica Garnett, figlia di Vanessa, ha voluto ricostruire e riportare su carta ai posteri, documenti, testimonianze e resoconti della vita delle due sorelle, immergendo il lettore nella Londra bohémien dell’epoca, tra artisti, filosofi, e scrittori, che hanno segnato un importante periodo della cultura inglese.
Una scrittrice, l’altra pittrice. Una più malinconica e chiusa in se stessa, l’altra più audace, pronta a raccontare l’intimità di quel gruppo così affiatato che era il Memoir Club, il circolo di Bloomsbury. Attraverso le pagine che raccontano l’esistenza di Virginia eVanessa e del loro ”club”, il lettore ripercorre gli anni della giovinezza delle sorelle, tra aneddoti, ricordi e veri e propri ”frammenti di un’autobiografia mai scritta”, come li ha definiti Angelica Garnett.
Arte, scrittura, amore, tradimenti e malinconia, questi gli ingredienti del saggio curato dalla storica Lia Giachero. Non è sicuramente il primo volume che riflette sulla figura misteriosa quale è stata quella di Virginia Woolf, questa volta però, si entra nell’intimo, si scoprono aneddoti famigliari e le vicissitudini del periodo, poco conosciute.
A tu per tu con Rober Fry, colui che agli inizi del ‘900 promosse l’Impressionismo francese con la mostra Manet and the Post-Impressionists e fu l’amante di Vanessa (sposata con Clive Bell da cui prese il cognome e che tradì entrambi con David Garnett) e con il clima della Londra giovane e anticonformista che andava contro la corrente vittoriana.
Tra tradimenti, dissapori, cotte e l’amore stesso per l’arte, gli scritti di Vanessa Bell stupiscono, incuriosiscono e grazie al tono colloquiale, rendono partecipe attivo il lettore. Nonostante i riferimenti a personaggi e fatti dell’epoca, ben spiegati dalle note della curatrice e non solo, sarà facile riuscire ad essere coinvolti dalle atmosfere particolari della Londra di inizi Novecento.
I figli ”ciliegina” (da bloomsberries) fioriscono a nuova vita, rifiutano di vivere come i ricchi genitori e riunendosi nella ”casa comune” di Bloomsbury danno vita a generi letterari, pittorici e filosofici, d’avanguardia.
Quello che si respira tra le pagine di La nostra Bloomsbury è proprio l’odore di libertà: nell’arte, nell’amore e nella formula del ”formato famiglia” (il Circolo) per sperimentare e dar vita a qualcosa di nuovo. Tutti per uno e uno per tutti, questo il motto che fa da fil rouge al gruppo: ognuno con la sua arte e il suo talento dà un apporto alla società!
Alice Bianco
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