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La manovra: 80 euro per sempre e la liquidazione in busta paga

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La Legge di Stabilità sta sfornando i numeri dei suoi dettagli.
Gli 80 euro che diventano stabili e da marzo la liquidazione in busta paga tra le novità più attese.

Gli 80 euro mensili diventano per sempre cambiando natura: da bonus diventano ‘credito d’imposta’. Con l’obiettivo di abbassare la pressione fiscale gli 80 euro diventano uno sgravio in busta paga.
Non cambiano i beneficiari, nonostante le diverse indiscrezioni dei giorni scorsi: esclusi pensionati e lavoratori autonomi.
Inoltre, non cambia la portata del beneficio per le famiglie più numerose e monoreddito: sarebbe apparso troppo costoso.
Gli 80 euro, in definitiva, restano ma il bonus si trasforma in una detrazione di 960 euro, a patto che il reddito complessivo del contribuente non sia superiore a 24 mila euro.
Se è superiore a 24 mila euro ma non a 26 mila euro, il credito spetta in un suo frazionamento proporzionale.
Gli 80 euro vengono posti automaticamente in busta paga dal datore di lavoro, questo li recupera mediante l’istituto della compensazione.

La liquidazione in busta paga parte nel marzo prossimo (con effetto retroattivo fino a gennaio 2015) e arriva al giugno 2018.
L’anticipo del Tfr (trattamento di fine rapporto) in busta paga è volontario e riguarda solo i lavoratori dipendenti del settore privato, esclusi quelli domestici e agricoli, che abbiano un rapporto di lavoro da almeno sei mesi presso lo stesso soggetto.
La quota maturanda del Tfr, compresa quella destinata a fondi pensione, va richiesta e verrà liquidata mensilmente in busta paga fino al giugno 2018.
La liquidazione in busta paga, fatti due conti, sarà conveniente per i lavoratori con un reddito fino a 15 mila euro, perché l’aliquota applicata sarà uguale a quella che si applica alla fine del rapporto di lavoro: 23%.
In linea generale, la fascia di reddito cui l’operazione conviene è quella che oggi incamera il bonus di 80 euro.

Paolo Pradolin

17/10/2014

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