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La corsa alla serie A continua, senza escludere sorprese

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Si torna in campo, qualcuno ancora col pandoro sullo stomaco

Giunti alla ventinovesima giornata di campionata, è ora di capire e mettere in chiaro le cose: l’Hellas Verona non è una corazzata ammazzacampionato.

In realtà si sapeva ma la prima parte del campionato ha illuso e ingannato tutti, tifosi e addetti ai lavori. Dopo il 4 a 1 di La Spezia, sembrava pura formalità il ritorno in serie A ed invece da allora qualcosa si è rotto.

Un periodo di crisi che ha portato gli uomini di Pecchia a non vincere lontano dal Bentegodi per quattro mesi, fino a domenica a Brescia. Squadra, quella di Christian Brocchi certamente in difficoltà ma che per l’Hellas di questo periodo poteva rappresentare comunque un ostacolo insormontabile.

Quello cominciato con la Ternana, può e deve diventare un ciclo di risultati utili visto le prossime tre sfidanti.

Ascoli, Pro Vercelli, Pisa e Trapani sono formazioni alla portata di chi vuole puntare alla promozione diretta e almeno 8 punti sui 12 disponibili devono essere fatti. In un anno in cui la quota promozione probabilmente si abbasserà notevolmente, ogni punto è importante. Strappare un pareggio fuori casa può essere fondamentale.

In realtà fino ad ora non esiste una vera squadra in fuga, tutte si mangiano i punti tra loro e con un livellamento verso il basso della qualità, anche la prima in classifica può perdere con l’ultima.

Ciò che è certo è che Fabio Pecchia ha cambiato le proprie convinzioni e gerarchie, questo volenti o nolenti, è sinonimo di allenatore e persona intelligente. Non si è fossilizzato sugli stessi uomini e modi di giocare. Se poi, decidesse di affiancare definitivamente una seconda punta al fianco di Pazzini, sarebbe la perfezione.

Attendiamo quindi la prossima partita interna con l’Ascoli ma certamente fino all’ultima giornata (o quasi), la lotta per la promozione diretta vedrà Frosinone, Hellas Verona e Spal darsi battaglia. Leggermente favorita la squadra di Pierpaolo Marino che a mio avviso, per quanti riguarda la mentalità è superiore alle altre. I gialloblù giocano maggiormente di fino, con palla a terra e possesso palla come impostazione di base; manca un po’ di cattiveria, che sarebbe necessaria nel campionato di serie B.

La Spal invece difetta di ricambi, una panchina non all’altezza ma molto entusiasmo che sopperisce spesso alle lacune.

Mattia Cagalli

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