Ci sono dei libri che, dopo poche righe, riescono già a conquistarti, ad entrarti nel cuore e a tenerti incollato fino all’ultima pagina. La carezza leggera delle primule di Patriza Emilitri, edito da Sperling, fa parte di questa categoria che in in poco più di 260 pagine riesce ad entrarti nelle vene come non succedeva da moltissimo tempo.
Claudia è una giovane ragazza che ha da poco subito un grave lutto, ma per lei non c’è molto tempo per piangere quando una strana busta accompagnata dalla lettera di una sconosciuta, Clorinda. La donna le affida un manoscritto inedito, una storia straordinaria di cui la ragazza, aspirante scrittrice, potrà servirsi per arrivare al successo.
Raccontare di più nella trama si corre il rischio di rovinare una storia che deve essere assaporata pagina per pagina, rivelazione dopo rivelazione. Quello che Emilitri ci regala è un’operazione metaletteraria di grandissimo interesse. E se a tutto ciò ci aggiungi anche una prosa assolutamente accattivante ed una trama innovativa ed originale, ecco che gli ingredienti per un gran libro sono serviti.
L’autrice ci offre un intreccio che, complice il non detto, ci lega alla poltrona e alle sue pagine con la stessa magia con la quale il libro viene narrato. Se Clorinda supera gli ostacoli della vita con l’aiuto delle arti magiche, ecco che noi lettori privilegiati di essere capitati tra queste pagine, ci troviamo avvolti dallo stesso senso di fantastico. Difficile spiegare, infatti, a parole quello che si prova nel leggere La carezza leggera delle primule, trovandosi ad affrontare un libro immensamente solido, con una struttura narrativa potente, assoluto punto di forza dell’intera opera.
Emilitri ci offre un racconto che vive sospeso tra realtà e magia, tra un mondo vicino e uno lontano, vive di dicotomie che si intrecciano, si fondono, dove amore, speranza, odio, tristezza sono tutte le facce di una stessa medaglia.
Il lettore dovrà decidere da che parte stare, se porsi accanto a Claudia nel leggere il romanzo o, invece, assaporare i profumi di epoche passate con Clorinda. Si soffrirà e si vivrà assieme alle protagoniste, si odierà Clorinda, ma allo stesso tempo si cercherà di comprendere i suoi atti.
Il doloroso filo che le lega troverà risposte solo in un finale intenso, ai limiti del thriller-horror, ma che non dimentica mai la poesia e la forza, punto chiave di questa opera che non potrete perdervi.
Sara Prian
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