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La bellezza rubata – La vera storia della musa di Klimt

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la bellezza rubata

Chi c’è veramente dietro ad un quadro famoso? E presto detto, a rispondere a questa domanda è il nuovo romanzo La bellezza rubata (Einaudi, pagg. 360, €20) di Laurie Lico Albanese. L’opera cela il suo artista, ma anche la sua musa: Adele Bloch-Bauer. Una donna rivoluzionaria, anticonformista, amante dell’arte, della vita e… di Klimt!

Grazie all’autrice, si viene immediatamente inoltrati nella scintillante atmosfera della Vienna di inizio Novecento. Adele Bloch-Bauer, discendente di una facoltosa famiglia ebrea, fa il suo debutto nell’alta società ed è lì che conosce il pittore Gustav Klimt. Facendosi trascinare in un vortice di sensualità, diventa la sua musa.
Quarant’anni dopo, Maria, la nipote prediletta dell’ormai defunta Adele, assiste inerme all’invasione dell’Austria da parte dei nazisti; uno per uno, tutti i membri della sua famiglia vengono arrestati o uccisi, mentre i pochi superstiti sono costretti a fuggire all’estero. Il destino pone Maria davanti a un’ardua scelta: cominciare una nuova vita in America, oppure combattere per mantenere viva la memoria dei suoi cari?

Sensualità, anticonformismo, spegiudicatezza, violenza e lo spettro dell’antisemitismo e della guerra a fare da sfondo. La bellezza rubata è questo, un romanzo da leggere tutto d’un fiato, dove le esistenze di due donne coraggiose, unite dall’amore per la vita, l’arte e il proprio Paese, si incrociano.

Adele, fin da piccola, deve far i conti con una società che la vorrebbe madre e moglie, chiusa in casa ad accudire i figli, ma vogliosa di conoscere ciò che sta fuori: la medicina, la filosofia, la politica e soprattutto l’arte. L’incontro con il futuro marito Ferdinand rappresenta per lei la svolta, significa libertà che la avvicina sempre più al panorama culturale della Vienna del periodo.

Maria, la sua adorata nipote, la figlia che non ha mai potuto avere, è la custode del suo patrimonio. Sposata con un uomo che ama, che ha scelto grazie alla libertà donatale dalla zia, che la istruì, affronta il periodo della Seconda Guerra Mondiale con coraggio e determinatezza, per sopravvivere, aiutare i suoi cari, conservare e salvaguardare il patrimonio familiare. In particolar modo il ritratto giunonico di Adele, dipinto da Klimt.

Il celebre pittore viene ritratto come un uomo semplice, quasi sempre sull’orlo della povertà, che grazie alla signora Bloch-Bauer e nonostante le critiche, riesce ad entrare nell’olimpo degli artisti viennesi dell’epoca. La loro ”storia d’amore per e con l’arte” è solo il fil rouge che unische le epoche, così come la guerra, con la figura di Hitler e dei suoi scagnozzi nazisti, che rovinarono la vita e il patrimonio culturale del mondo intero.

Ed è così che, a fasi alterne, anzi, capitoli, La bellezza rubata riesce a raccontare sia la sensualità e l’età d’oro della Vienna della prima metà del Novecento, ma anche la crudeltà e la sofferenza della guerra e del dopoguerra per ritornare a far risplendere quell’oro tipico delle opere di Klimt.

Un romanzo sensuale e ricco, La bellezza rubata è consigliato agli amanti dell’arte e non, sa catturare il lettore, lo fa sentire parte di quella societa viennese e con estrema eleganza e sensibilità, scava nel profondo, li dove realtà, arte e mostruosità si incontrano.

Alice Bianco
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