La Juventus vince ma non convince. Come dopo Cesena, la prova bianconera non è per nulla rassicurante.
Unica nota positiva per la capolista: la vittoria e i 3 punti.
Un po’ di analisi? Vantaggio dell’Atalanta che arriva da calcio piazzato, cioè da calcio d’angolo.
Sul gol una pausa difensiva che dimostra mancanza d’attenzione.
Un grande portiere Sportelli nega l’immediato pareggio a Pereyra e la situazione si ingarbuglia, mentre questa volta neanche l’impatto di Tevez pare bastare.
Quando Sportelli salva ancora d’istinto su Caceres, le tribune semivuote dello Stadium cominciano a pensare alla parola “involuzione”.
Invece sull’angolo successivo Llorente pareggia dopo che Chiellini, Tevez e Bonucci si sono marcati a vicenda come in un ballo a coppie d’altri tempi.
Arriva il pareggio, ma si intuisce che alla Juventus ci vuole il genio di Pirlo per vincere. Ed eccolo arrivare come un prestigiatore che non ti fa vedere le sue mosse finchè la magia non è completata: tiro di quelli che sembrano lenti ma vanno forte, che paiono alzarsi ma poi scendono. Sportiello non può fare nulla.
Il resto è confusione: Pogba ha un gol già fatto di testa, ma la tira addosso a Sportiello e poi la squadra va alla deriva. La Juventus controlla, l’Atalanta quasi rinuncia: si impossessa delle zolle davanti a Buffon, ma non conclude.
Tutti avevano capito che finiva così, ma non può essere un pretesto per non dare il massimo.
Roberto Dal Maschio
[21/02/2015]
Riproduzione vietata