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Juventus vince il derby ma non convince. Resta in 10, ma tra quei 10 c’è Pirlo

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Juventus vince il derby ma non convince

La Juventus vince il derby, ma aldilà della forza e dell’impegno del Torino, non convince. La Juventus che conoscevamo è quella che ha demolito la Lazio ed è tornata a vincere fuori casa in Champions. Ma forse proprio questa è la forza della grande squadra: vincere quando non è al top.
Il derby piovoso di Torino, quando già tifosi bianconeri stanno già abbandonando lo stadio, lo vince la Juve con un tiro beffa di Pirlo all’ultimo secondo, scaturito da un errore di Benassi.
La palla arriva a Pirlo che tira da 20 metri, in mezzo ad una selva di gambe. Gol.
Solo il destino della regia pallonara è capace di scrivere queste sceneggiature che sono il bello del calcio.

Il derby numero 139 mostra uno dei migliori Torino degli ultimi anni. Non basta,
Al 15’ rigore di Vidal, fischiato per una gomitata di El Kaddouri in barriera. Vidal, che torna al gol dal Palermo, lo deve tirare due volte, a causa di un affollamento proibito in area.
Sempre Vidal entra anche nel fantasmagorico pareggio di Bruno Peres: l’esterno brasiliano parte quasi dalla sua area, pianta Pogba, distanzia Evra che allarga le braccia quando vede Vidal arrivare a pochi metri da Peres e poi scansarsi, lasciando al brasiliano il modo di scagliare un destro basso-alto in diagonale di straordinaria potenza e precisione.

La Juventus a quel punto perde l’orientamento: il trio Vidal-Pogba-Tevez va in crisi d’identità. Il Torino passa da comprimario a protagonista, acquista fiducia e metri di campo. Prima del gol di Pirlo, solo Bonucci riuscirà a tirare un pallone verso Gillet, da lontano. Bianconeri in confusione e Torino insuperabile in difesa e forte in contropiede: Amauri-Quagliarella per poco non confezionano il più classico gol dell’ex.
Espulsione di Lichtsteiner, doppia ammonizione in pochi minuti, e il Toro (e i suoi tifosi) ci crede. Allegri si arrende: toglie Tevez per Ogbonna.
Ma in campo, tra quei dieci, c’è ancora Pirlo. Che alla fine fa la differenza.

Roberto Dal Maschio

01/12/2014

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