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Italia – La raccolta di poesie di Charles Wright dedicata al Bel Paese

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La memoria, ricordi ben impressi nella mente, la natura, i paesaggi e gli artisti (pittori e scrittori) che ama e ai quali si è ispirato. La raccolta di poesie intitolata Italia del poeta americano Charles Wright edito da Donzelli Editore (pagg. 348, €18,50, traduzioni di Moira Egan e Damiano Abeni) è il personale regalo del già vincitore di numerosi premi, tra cui il Pulitzer (per la poesia nel 1998), al Bel Paese. Suoni, colori, ma soprattutto profumi, odori e cartoline dei più bei paesaggi nostrani regionali.

Fu proprio a Verona, che Charles Wright, 81 anni, considerato uno dei più grandi poeti americani del nostro tempo, attuale Poet Laureate degli Stati Uniti (il poeta ufficiale della nazione nominato dalla Biblioteca del Congresso), mentre faceva il militare, decise che avrebbe consacrato la sua vita ai versi.
Da più di cinquant’anni è innamorato dell’Italia e questo volume raccoglie la maggior parte delle poesie che testimoniano proprio il suo amore per la nostra nazione, nonché la sua personale crescita, emotiva e culturale.

Da sempre legato, sia per immagini sia per atteggiamenti interiori, ai paesaggi rurali o comunque connessi alla natura selvaggia, in questa raccolta si può notare come riesca ad accostare i paesaggi della memoria americani alla selva oscura dantesca, con echi e rimandi di grande intensità alla ricerca di una via, quella personale.

Poesie degli anni ’70, ’80 e ’90, che segnano la lunga evoluzione dei suoi versi. In Bloodlines (1975) e China Trace (1977), si trovano già definiti gli inconfondibili tratti della sua scrittura dal taglio autobiografico, affidata ad un linguaggio netto. Gli anni ’80 e ’90 proseguono con i viaggi, fisici e mentali: la figura di un alter ego in cammino, cosciente dei propri limiti conoscitivi, nonché il tema dei morti chiamati in causa, ispirazione e monito per chi vive, così come la percezione di un io inquieto che continua a interrogarsi sul suo viaggiare.

Ed è ciò che fa fare lo stesso autore, al lettore, immediatamente inserito in un’atmosfera storica, culturale e rurale unica, quella italiana: dal Veneto all’Umbria, da Padova a Roma e attraverso le figure imponenti delle nostra e della cultura e letteratura anglofona: Dante, i pittori Morandi e Cimabue, Marinetti, Ezra Pound ed Oscar Wilde.

Il linguaggio di Wright, come commentano gli stessi traduttori della raccolta, Moira Egan e Damiano Abeni diventa ”come un mezzo per perpetuare il ricordo, sopportare la nostalgia”, domandandosi ”Quanto di ciò che lasciamo intendiamo davvero lasciare e quanto è solo era iniziato solo come fantasticheria?”.

Viaggio in un mondo che noi italiani conosciamo, ma forse non appreziamo come dovremmo, Wright riesce a inoltrare la mente e il corpo intero del lettore, a trasportarlo per lo ”stivale” con uno stile non troppo difficile da comprendere, un viaggio a cui vale la pena partecipare.

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