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Ispezione M5S alle carceri di Venezia. Da Villa: “Situazione esplosiva”

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Una tentata evasione dall’ospedale Civile da parte di un detenuto marocchino, già autore di un’aggressione a due agenti nel carcere di Santa Maria Maggiore e poi ricoverato per accertamenti nel reparto di psichiatria, impedita dagli agenti della polizia penitenziaria a prezzo del ferimento di due di essi; un detenuto tunisino che tenta il suicidio appiccando un incendio prontamente sventato da tre guardie a costo di un’intossicazione; un agente violentemente colpito alla mano nel tentativo di sedare una rissa ed infine un detenuto veneziano che conclude un’aggressione ad un agente della Penitenziaria amputandogli a morsi la falange del dito indice. Ecco, questa è la situazione, sempre più incandescente, del carcere veneziano nelle ultime settimane.

In ragione di ciò, nel tardo pomeriggio di ieri, il portavoce M5S alla Camera dei Deputati Marco Da Villa ha fatto un’ispezione a sorpresa presso la casa circondariale veneziana, per manifestare l’attenzione delle istituzioni alle gravissime problematiche carcerarie della città lagunare.

Tra problemi di sovraffollamento e di indebito assorbimento, da parte del carcere, delle situazioni di più estremo disagio sociale e psichiatrico in luogo di un’ordinaria assistenza sociale sguarnita dai continui tagli, gli agenti penitenziari sono costretti a svolgere il proprio lavoro in situazioni di pericolo insostenibili. Così pure troppi detenuti sono sottoposti a condizioni estreme in un regime disumano.

«La situazione è veramente drammatica – ha denunciato Da Villa al termine della visita – il carcere di Santa Maria Maggiore è cronicamente sotto organico e questo costringe la direzione a organizzare turni di 8 ore anziché 6, aumentando il rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Sono necessarie numerose opere di manutenzione per permettere agli agenti di svolgere il loro lavoro in modo sicuro e ai detenuti di scontare la propria pena in un ambiente dignitoso: su 160 posti disponibili i detenuti, ad oggi, sono 263». Prosegue poi il deputato: «vigileremo perché la direzione e il Provveditorato mettano in atto ogni misura per affrontare questa situazione che non mancheremo di portare anche all’attenzione del Ministro Orlando».

Il deputato era accompagnato anche dalla consigliera comunale Elena La Rocca che però la Direttrice non ha voluto far entrare, adducendo la sua impossibilità ad autorizzarla. La consigliera ha dichiarato «non demordo, presenterò apposita domanda al Ministero per effettuare una seconda visita, come consiglieri comunali».

Prosegue poi la portavoce grillina: «alcune questioni possono essere risolte sul piano locale e su questo stiamo già lavorando: una prima misura è quella di reperire alcuni posti auto all’Autorimessa comunale, attualmente riservati a consiglieri ed assessori, per gli agenti penitenziari che devono garantire reperibilità e raggiungere il carcere in tempi stretti in caso di emergenza. Altro tema, su cui richiamare l’attenzione è quello concernente la prevenzione sanitaria: i nuovi detenuti vengono perquisiti infatti senza alcuna protezione da parte degli agenti con rischio potenziale di diffusione di malattie in città».

La consigliera ha infine ricordato che, nel programma M5S per il governo della città, vi era un’ulteriore proposta, a medio termine, rispetto al carcere e cioè: «lo spostamento del carcere in terraferma, dato che l’odierna struttura di S. Maria Maggiore non è più in grado di rispondere alla crescente richiesta di posti. Ciò comporterebbe però un positivo recupero ad uso urbano dell’intera area di S.M. Maggiore ove potrebbero trovare sistemazione circa 500 nuovi alloggi per veneziani».

08/08/2015

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