Inter lanciata. L’armata di Pioli è diventata una pattuglia da sei vittorie consecutive e ora si lancia in proclami: «La Juventus è fortissima, non imbattibile».
L’Inter di Stefano Pioli sfiderà la corazzata bianconera tra due settimane e, anche se ci tiene a precisare che non insegue la squadra di Allegri, il tecnico pone obiettivi alti per tenere alta la tensione. «Stiamo vivendo un momento positivo, ma da qui a parlare di Champions ce ne passa. Chi ci sta davanti è forte e viaggia veloce», è la fotografia credibile della realtà vista dal tecnico.
Pioli viaggia alla media spaventosa di 2,44 punti a match, ma pur avendo vinto le ultime 6 partite, ne ha recuperati appena 2 al Napoli e 3 alla Roma. In effetti il trio di testa è fortissimo. Rispetto alla passata stagione la Juventus fa segnare un +6 in classifica, la Roma addirittura +12 e il Napoli è più o meno in linea a -3. L’Inter però deve continuare a credere nella rimonta e provare a centrare il terzo posto che può aprire le porte della Champions League.
Se alla fine la rimonta non sarà completata a Pioli si potrà imputare ben poco: 22 punti conquistati sui 27 disponibili sono una media scudetto. Da quando è arrivato l’allenatore nerazzurro (era la 13ª giornata, ora siamo alla 21ª) solo il Napoli ha fatto meglio raccogliendo 23 punti.
Il nuovo tecnico ha riordinato un’Inter sbandata e con lui è cresciuta anche la proprietà cinese. Suning ha fatto piazza pulita di vecchie figure, imposto la presenza fissa del nuovo amministratore delegato Liu Jun e di Steven Zhang, insomma si è interessata di più al suo investimento, ha deciso di gestirlo e spendere ancora per Gagliardini. Il figlio del proprietario segue da vicino la squadra e ha legato con Pioli, come testimonia l’abbraccio dopo la vittoria di Palermo.
E i risultati dell’Inter di Pioli devono esse davvero buoni se anche un ipercritico verso i colori nerazzurri come Massimo Mauro parla di ottime prestazioni della squadra nerazzurra.
Il commentatore sportivo ha detto la sua sul proprio blog ‘Visti dall’ala’: “Riaffermo il miracolo di Pioli: vista la rinuncia concordata con la società di Mancini, visto il disastro di Frank de Boer, bisogna dare i meriti a un tecnico che con lo stesso materiale ha rimesso in piedi la baracca e lo ha fatto anche bene, ridando senso di appartenenza. Pioli ha avuto coraggio nel mettere un ragazzino italiano forte come Roberto Gagliardini in mezzo al campo, a fare la staffetta tra Joao Mario e Ever Banega, ha recuperato Geoffrey Kondogbia. Insomma, ha fatto l’allenatore, impostando il lavoro sulla semplicità. E questa, in ogni campo, paga sempre”.