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Inter in fuga con selfie. Mano sul mento e dietro tutte inseguitrici

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Inter in fuga con selfie. Mano sul mento e dietro tutte inseguitrici

Inter in fuga? Se lo chiedono tutti. Anzi, in realtà, i tifosi nerazzurri non proprio, a loro va bene così purchè duri fino alla fine.
Inter in fuga se lo chiede piuttosto il resto della serie A dopo che la corazzata di Mancini ha sbancato il Friuli.
Ora, per effetto di anticipi e posticipi, per un giorno sono a più 4.

Certo è che se fuga non è, l’Inter oggi può stare davanti voltandosi a guardare gli altri che devono oggi scornarsi tra loro, mentre è indubbio che ad ogni partita l’Inter cresca di consapevolezza e autorità: pare ad ogni partita più sicura, più fredda, più cinica, e pure più vicina a certi modelli. Trentasei punti in 16 giornate non li faceva dal leggendario 2009-10 mouriniano: per quel che vale, è un simbolismo che seduce.

Mancini il fenomeno si inventa Montoya e Icardi: il primo, terzino a km zero, unico della rosa a non avere ancora giocato, ha esordito nella sedicesima formazione diversa su 16 e giocato una più che buona partita. Non dimentichiamoci che era riserva al Barcellona. Icardi, dato da tutti come in crisi, ha reagito dimostrando che è indispensabile.

E poi, la cosa assurda è che l’Inter ti castiga quando non te l’aspetti: dopo 23 minuti di una partita in cui era messa alle corde e chiusa in area da un’Udinese d’assalto (ad eccezione di un’enorme palla gol con Jovetic) spunta fuori Icardi che ruba un retropassaggio molle di Fernandes, evita Domizzi e segna con un diagonale notevole il suo quinto gol, cui ha fatto seguito, al tramonto, il sesto, quello del 3-0, su erroraccio di Lodi. Meno male che era in crisi.

Sull’1-0, ma anche prima ma anche dopo, i nerazzurri hanno tirato giù una saracinesca davanti alla porta chiamata Handanovic (Di Natale e poi Thereau), l’Inter con il suo 4-4-2 super offensivo giocava furba sugli errori dilettanteschi della difesa bianconera (Domizzi si scartava da solo e dava palla a Jovetic che ringraziava con un pallonetto di cachemire).

Il 4-0 di Brozovic – stupendo – serviva per il selfie: mano sul mento e dietro tutte le inseguitrici.

Roberto Dal Maschio
13/2/2015

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