Inter che vince, finalmente. La prima vittoria di Roberto Mancini è contro il Chievo, non irresistibile ma mai domo, neanche in dieci.
Inter che convince, anche, con un buon secondo tempo e con un Kovacic che va a segno (sesta volta in stagione) cercando di tirarsi su per recitare quel ruolo da fuoriclasse assoluto che tutti vogliono per lui all’Inter.
Raddoppia Ranocchia, con una mezza girata da perfetto centravanti in anticipo su Cesar, mettendo acqua sul fuoco della ribellione Chievo che cominciava ad ardere un po’ troppo vivacemente.
L’Inter vince dopo 47 giorni dall’ultima volta, un po’ troppo per una squadra che si definisce ‘grande’, per cui la vittoria dovrebbe essere una regola: era a San Siro contro la Sampdoria un mese e mezzo fa.
I tre punti portano però immediato ossigeno a Mancini e company: staccato il Verona e sorpassato il Sassuolo.
Anche sul piano del gioco ci sono importanti passi avanti: la squadra è cresciuta sul piano della personalità e dell’intensità, ma ha ancora limiti strutturali evidenti, amnesie pericolose, distrazioni e pause a vuoto.
Alla fine del primo tempo i pericoli maggiori per i nerazzurri, con il Chievo realmente vicino al pareggio: traversa dopo che Handanovic battezza fuori un cross di Sardo, poi però per due volte il portiere salva il risultato: sullo 0-0 devìa d’istinto il colpo di testa ravvicinato di Paloschi sbucato dal niente e poi si allunga per neutralizzare la rovesciata di Meggiorini sul primo palo, il gesto più bello della partita.
La corsa di Maran si ferma dopo cinque risultati utili (due vittorie e tre pareggi) per l’Inter ancora evidenti problemi da risolvere: Palacio continua a non segnare, Kuzmanovic è un grande giocatore ma va a fasi alterne, Guarin è molle, la squadra arriva seconda sui palloni, non vince mai un allungo e perde tutti i rimpalli per quella frazione di secondo di ritardo in cui mette la gamba rispetto agli avversari.
La vittoria, però, è tra le medicine giuste.
Mattia Cagalli