I finanzieri del I gruppo della guardia di finanza di Venezia hanno scoperto e fermato i “prelievi” illeciti di due addetti all’autorimessa accusati dei reati di peculato e falso.
Le Fiamme gialle avevano piazzato microspie e telecamere nell’ufficio che ospita la cassa dell’autorimessa a fronte della segnalazione da parte dei dirigenti di Avm Spa, società totalmente partecipata dal Comune di Venezia che gestisce il garage. I vertici di Avm avevano infatti rilevato un “buco” economico e una serie di procedure anomale nella gestione degli ingressi del parcheggio: parte dei soldi pagati dagli utenti non arrivavano nelle casse della società. Da qui la segnalazione alla GF che ha iniziato l’attività di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Venezia.
I due operatori sono stati ripresi dalle telecamere nascoste mentre forzavano alcune procedure: dall’aprire forzatamente le sbarre del varco di entrata e uscita dell’autorimessa all’annullare alcune tessere in entrata, fino ai pagamenti in “nero”.
Movimenti, questi, che hanno consentito di svelare il danno ad Avm: da una preliminare ricostruzione contabile eseguita dai finanzieri, l’appropriazione indebita e sistematica degli incassi di pertinenza dell’Avm, ha causato un mancato introito alla società quantificabile in circa 70.000 euro all’anno.
“Ci auguriamo – ha commentato Giovanni Seno, direttore generale del Gruppo AVM – che le indagini arrivino a conclusione nel più breve tempo possibile, l’azienda si impegna a rimanere a fianco alle forze dell’ordine con spirito di massima collaborazione. Questo è un ulteriore tassello dell’impegno dell’azienda a porre fine a comportamenti illeciti o non in linea con il rapporto di fiducia che lega ogni dipendente con l’azienda stessa e che implica costante impegno, onestà e professionalità anche nel rapporto quotidiano con il cliente e utente. Ringrazio la Guardia di Finanza e l’Amministrazione per il supporto che ci sta dando nel perseguire questi obiettivi”.
Stefani B.
21/01/2016