“Non lo so… se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso come da una brezza… ma io credo, può darsi le due cose, forse le due cose capitano nello stesso momento” – Forrest Gump
La forza del destino, l’idea che tutto capiti per una ragione che, magari, all’inizio, non comprendiamo, anzi ci accaniamo contro questo destino che si fa beffe di noi. Fino a che, ad un certo punto, tutto prende senso. Lo sa bene Rosa Ventrella che con il suo breve quanto intenso Innamorarsi a Parigi ci regala una storia romantica, ma allo stesso tempo malinconica, che non ci permette mai di capire come andrà a finire, ma che poi, raggiunte le ultime pagine non possiamo che dire “tutto va come deve andare” e non può essere che così.
Siamo negli anni ’30 e Giulio si è esibito per la prima volta con la sua band al Luxure, non sarà però quello a cambiare la sua vita per sempre, ma due occhi grandi, quelli di Annette, una ragazza che ha già incontrato quando erano piccoli e poi una seconda volta vicino ad un bordello. Una promessa di un amore eterno che si infrange quando, una mattina, Giulio non riesce più a trovarla, fino a che, un giorno, dal nulla, la sua figura riappare, ma tra loro si frapporranno alcuni ostacoli.
Ventrella riesce a farci riflettere sull’importanza degli incontri, non solo quelli duraturi, ma anche quelli fugaci, quelli comunque in grado di cambiare la nostra esistenza per sempre. E noi, come Giulio, continuiamo a rincorrere questo oggetto del desiderio, questa chimera che sembra allontanarsi sempre più, poi lasciarsi sfiorare ed infine sfuggirci ancora dalle dita. Eppure il destino è sempre lì, pronto a metterci sul nostro sentiero e noi lo combattiamo oppure lo accettiamo, ma, comunque vada, finiremo sempre a battere quel percorso.
Ma c’è anche qualcosa in più. Innamorarsi a Parigi, infatti, riesce a trattare in maniera approfondita e scorrevole anche le tematiche principali di un romanzo di formazione, concentrandosi sull’interessante analisi della famiglia e del rapporto fraterno. La vita presentataci dalla Ventrella è viva e pulsante, ci mette davanti alle scelte, agli ostacoli e ci dà la sua risposta ad alcuni quesiti che si infiltreranno nella nostra mente.
Un’opera gentile e potente, che vi porterà a vivere i fumi e i profumi degli anni Trenta, con un occhio sempre al nostro presente.
Sara Prian
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Grazie a Sara Prian per le belle emozioni di questo articolo, soprattutto per aver inteso così profondamente quel che ho cercato di raccontare con questa storia!