In tram, sul Ponte della Libertà. Mi guardano sospettosi e una ragazza sbotta: “Hai finito di farci domande?
“Volevo capire perché siete così arrabbiati?”, “No, volevo capire io perché ci tormenti! Vuoi la verità? Non ci importa niente di quello che dici, voi grandi siete tutti bugiardi, ne avete combinato di tutti i colori e adesso ci volete buoni buoni a rispondere alle vostre ……ate”.
La ragazza con i capelli rossi e gli occhi vigili sul cellulare acceso, è davvero seccata.
Mi sento di dire: “Sì, però è un peccato, dovreste pensare a voi, al vostro domani, capire come vanno le cose e poi giudicare”.
I ragazzi storcono il naso, ma solo verso il cellulare. “Dai Marco, scendiamo prima, facciamo un po’ di strada a piedi, così..”.
Vedo che la ragazza con i capelli rossi strizza l’occhio a Marco e capisco che mi vogliono evitare. Insisto comunque “Ragazzi, non vi costa molto parlare con me e far conoscere agli altri le vostre idee, insomma fra poco andrete a votare…”. “Io non voto certamente”. “Io voto scheda bianca”. “Io voto come mio padre”. “Allora, la sinistra e la destra mi fanno schifo, te l’ho già detto, piuttosto un partito me lo invento io!”. “Io ti voto se chiudi tutte le scuole”. “Io voto chi difende gli animali”. “Io voto chi licenzia giornalisti, specialmente donne!”.
“Scusate, e gli anziani?”. “Se sono vecchi non è colpa mia, ci sono le case di riposo, se sono i miei nonni li vado a trovare qualche volta…”. “No, senti, i miei nonni no, i miei nonni non voglio che vadano in casa di riposo”.
L’ultima a parlare è una ragazza bionda con gli occhiali, che con il suo dissenso cambia lo stile della conversazione. “Ma io dicevo per scherzo, i vecchi mi sono simpatici e i mei nonni, poi… Mia nonna mi aiuta a fare i compiti, è più brava di mia mamma. Dai che dobbiamo scendere alla prossima”.
(continua)
Andreina Corso
18/01/2016