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Calcio, nuova indagine: diritti televisivi sulle partite spartiti illecitamente?

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Il nuovo scandalo legato al mondo del calcio potrebbe ora riguardare il mondo dei diritti tv sulle partite di calcio. Il sospetto che aleggia è che vi potesse essere un patto tra pay tv sui diritti del calcio televisivo in maniera illecita.
Finora si è sempre parlato, appunto, di sospetti, ma ora l’argomento è scritto su un provvedimento dell’Antitrust. Provvedimento che ieri ha fatto scattare una serie di accertamenti di uomini della Guardia di Finanza (nucleo Speciale Tutela Mercati) negli uffici di Lega di Serie A, Sky Italia, Mediaset spa, Mediaset Premium, Rti e Infront Italia.
Le Fiamme gialle hanno acquisito tutti i documenti relativi alla gara dei tre lotti di diritti sul calcio tv e ad eventuali accordi successivi.
L’indagine è necessaria per accertare se, come «risulta da notizie in possesso dell’Antitrust, l’esito finale della vendita dei diritti, per la stagione calcistica 2015-2018, espletato dalla Lega Calcio, sarebbe stato alterato da un accordo restrittivo della concorrenza».
La prossima fase prevede un’attenta analisi della documentazione con eventuale audizioni delle parti che potrebbe sfociare in indagine penale.

Qual’è il sospetto su eventuali accordi “sottobanco” sui diritti tv?
Sky e Mediaset potrebbero aver trovato un’intesa “privata” successiva alla gara per l’assegnazione dei diritti televisivi per le partite di calcio in modo da potersi spartire il mercato.
In quella difficile fase, che molti ricorderanno per la difficoltà per le trattative, la Lega Calcio, su suggerimento dell’advisor Infront (per molti riconducibile a Galliani) potrebbe averlo avallato, a costo di rinunciare a circa 150 milioni di euro.
Nel fascicolo anche le successive dichiarazioni di Eurosport, che, come Fox Sport, aveva partecipato alla gara: «Una violazione delle regole» e aveva minacciato battaglie legali.
Mediaset risponde che si è trattato di un’assegnazione «perfettamente regolare», tanto da avere avuto il benestare sia di Agcom che dell’Antitrust.
Nel provvedimento dell’epoca, firmato dal presidente Giovanni Pitruzzella e dal segretario generale Roberto Chieppa, però si possono leggere le tappe dell’accordo: il pacchetto A per i diritti sul satellitare di 8 società sportive di maggior interesse, per un totale di 248 eventi era andato a Sky. Il pacchetto B con i diritti per i medesimi eventi ma da trasmettere su digitale terrestre a Rti. Il pacchetto D con l’esclusiva del prodotto in tutte le piattaforme per i rimanenti eventi (132 match corrispondenti al 35% degli eventi) a Rti. Le notizie della stampa di quei giorni, scrive il Garante, «sembrano indicare che l’assetto finale per l’assegnazione non discenda da un confronto competitivo fra gli operatori interessati, ma sia frutto di un accordo, realizzato successivamente».
Nel fascicolo di accertamento si parlerebbe di un «ruolo improprio e ambiguo» di Claudio Lotito (foto), consigliere della Lega «senza mandati particolari» ma apparentemente con funzioni di mediatore nella vicenda.
Contro l’accordo si era schierato il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che voleva evitare accordi al ribasso, ed ora l’Antitrust pensa che potesse avere ragione perchè ciò si può effettivamente essere verificato.

Roberto Dal Maschio

20/05/2015

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