Si è tenuta presso il Palazzo Ferro Fini la seduta straordinaria per discutere il caso Ca’ delle Robinie. Un vero e proprio processo per contumacia quello avvenuto ieri e il principale accusato è sembrato essere Remo Sernagiotto da solo contro tutti, nemmeno Luca Zaia l’ha difeso.
Il governatore della Regione ha preferito non esprimersi, è infatti in corso un’indagine per quanto concerne alcuni fondi regionali milionari assegnati alle cooperative per progetti rivelatisi fantasma. Sono le Procure di Treviso, Venezia e Padova ad indagare, ma intanto in Regione del Veneto, i consiglieri si sono dimostrati in netta contrapposizione con l’ex assessore e il governatore leghista.
Dopo la requisitoria del consigliere di Verso Nord, Diego Bottacin, promotore della seduta straordinaria, i consiglieri se ne sono andati impedendo così la votazione di una mozione di censura sull’accaduto.
D’accordo con Bottacin, che ha lanciato accuse su Sernagiotto per presunti rapporti di favoritismo con i direttori delle Usl e delle cooperative, affermando che Zaia era a conoscenza di tutto, Moreno Teso, ex consigliere di Forza Italia che di Sernagiotto fu compagno di gruppo dopo la spaccatura del Pdl. L’ex collega si è detto rammaricato per averlo votato come europarlamentare perché ora può avere l’immunità ed ha paragonato la vicenda a quella del Consorzio Venezia Nuova.
Da Sinistra Ecologia e Libertà (Pietrangelo Pettenò), ad Antonino Pipitone, Idv, passando per il Centro (Raffaele Grazia) tutti sono concordi nell’accusare Zaia di non aver fatto sufficiente attenzione all’operato di Sernagiotto.
A poco sono quindi valsi i tentativi di Leonardo Padrin, ex Forza Italia e del capogruppo della Lega Federico Caner, con l’assessore al Sociale Davide Bendinelli, di difendere i due. In serata, Sernagiotto, dopo tutti gli attacchi ricevuti ha fatto sapere che querelerà il consiglio regionale.
Sara Prian
07/05/2015
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