Forse si potrà andare in pensione prima: nuova proposta all’orizzone, ma andiamo con ordine: niente tagli alle pensioni, non ce ne sono e non ce ne saranno, lo ha detto ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, alla Camera nel question time dove alcuni parlamentari gli hanno chiesto conto delle proposte di intervento, in particolare sulle pensioni di importo elevato. «Per quanto concerne la riduzione delle pensioni superiori ai 2 mila euro, che è stata qui citata come una delle opzioni — ha detto Poletti — credo di poter dire in modo molto chiaro che il governo ha espresso chiaramente l’intenzione di non voler procedere in questa direzione, né all’interno della spending review né per quello che riguarda un eventuale intervento sul tema generale della previdenza».
Il tema è stato sollevato in particolare dal presidente dell’Inps, Tito Boeri che, attraverso l’«operazione trasparenza» lanciata dall’Inps, sta mostrando come la gran parte delle pensioni in pagamento benefici di un calcolo generoso.
Se l’ipotesi di tagli sulle pensioni sembra tramontare, resta in piedi quella di introdurre elementi di flessibilità sull’età pensionabile, idea ripresa ieri durante la presentazione del rapporto, dal sottosegretario dell’Economia, Pier Paolo Baretta, anche se a titolo personale.
Sulla stessa linea il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), che con lo stesso Baretta ha presentato una proposta di legge per consentire il pensionamento prima di 66 anni e fino a 62 anni con una penalizzazione del 2% sull’assegno per ogni anno di anticipo.