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Il nuovo ccnl alimentaristi. Lavorare bene, lavorare tutti, ora piu’ che mai

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Lavorare bene, lavorare tutti.

In questi giorni si e’ rinnovato il ccnl alimentaristi, che interessa diverse aziende della nostra zona.
Tralasciamo lo scontato e contraddittorio PROCLAMA DI VITTORIA DA PARTE DEI SINDACATI FIRMATARI E alla contemporanea SODDISFAZIONE DA PARTE DI FEDERALIMENTARI.

COME COBAS sindacato alternativo ed antagonista al sistema, prendiamo atto della svolta epocale che si e’ fatta nel mondo del lavoro, ovvero la trasformazione da lavoratore salariato e comunque al centro della societa’, a quella ambigua, farsesca e illusoria del collaboratore-socio, parte protagonista , pseudo attiva, legata al raggiungimento degli obiettivi aziendali, ovviamente tramite flessibilita’, isponibilita’ massima, anche ad eventuali demansionamenti, sempre per ordine e per il bene dell’azienda, vero padre-padrone oramai di questo concetto di societa’ del mercato globale e della riduzione dei diritti.

VENIAMO AI PUNTI SALIENTI, ALLE ARCHITRAVI di questo contratto che sara’ valido fino a dicembre 2019:
1- aumento salariale di 105 euro lordi, in 4 anni appunto
2- congedo retribuito di 6 mesi per le donne che hanno subito violenza , che passa dai 3 attuali.
3- inclusione dei lavoratori stagionali nei processi di stabilizzazione
4- flessibilita’, ovvero straordinari comandati, stavolta fino a toccare gli undici giorni lavorativi all’anno, 88 ore complessive.

Partiamo da questo punto sottolineando due fattori principali: questi straordinari invece di esser retribuiti con la maggiorazione classica di straordinario, al contrario saranno retribuiti solo con la maggiorazione del 20%, ma l’aspetto ancora piu’ grave e’ quello dell’uso di straordinari di fatto obbligatori e in deroga, secondo accordo nazionale, che vanno a scontrarsi con la situazione economica attuale che ci vede con una forte disoccupazione e sottooccupazione.
Un po’ come la legge FORNERO che allunga i tempi per accedere alla tanto agognata eta’ pensionistica ed invece ha creato un esercito di pensionati che si trovano ad occupare posti di lavoro, in primis nelle aziende, a turno in particolare, nelle impalcature, che sarebbe molto meglio fossero gia’ presidiati dai giovani neoassunti.
Contro ogni logica di piena occupazione, lo “straordinario”, qualcosa di non comune, di non obbligatorio e soprattutto di evento eccezionale viene usato contro la naturale richieste di nuove assunzioni.

Di fronte a questo scelta dei sindacati firmatari cgil cisl uil , rilanciamo convintamente le nostre convinzioni: “LAVORARE BENE ,LAVORARE MENO E LAVORARE TUTTI, ora piu’ che mai! “ E AFFERMIAMO il concetto del lavorare bene, perche’ , a maggior ragione , in una epoca di alta tecnologia, crediamo si possa creare un sano , proficuo e duraturo connubio tra innovazione da una parte e dall’altra solidarieta’ e fratellanza tra uomini e donne, con la fatica dei lavoratori ridotta al minimo, esattamente l’opposto purtroppo di quello che vediamo nelle nostre aziende, dove turni massacranti, sfruttamento e ritmi sempre piu’ accelerati, stanno frullando noi lavoratori tutti.

In linea coi nostri capisaldi statutari, come COBAS non possiamo che combattere in tutte le sedi la deriva neoliberista e ribadiamo il concetto di solidarieta tra lavoratori e di fratellanza, il superamento delle logiche di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, contro il dominio del profitto e della mercificazione generalizzata della società attuale, riflettiamoci, non recriminiamo solo quando i nostri figli o parenti non trovano lavoro o ne vengono espulsi, torniamo a ragionare col cuore pure.
L’aumento economico contrattuale, seppur legittimo, e’ comunque poca poca cosa, briciole, in un settore ,q uello alimentare che continua a sfornare dati di bilancio sempre piu’ attivi, anno dopo anno, quindi nessun tipo di crisi in questo campo.

Cosa dire poi degli altri punti che caratterizzano questo rinnovo contrattuale, se non da un lato la positivita’ dell’attenzione verso le donne vittime di atti di violenza.
Ovvio, seguendo strettamente i canoni delle stesse femministe, si scaglierebbero verso questa proposta, cosi’ facendo infatti si scende in forme discriminanti verso quegli uomini colpiti da casi di violenza, creando per l’appunto vittime di serie a e vittime di serie b, anche perche’ allo stato attuale non si e’ specificato se si stia parlando di vittime di femminicidio in caso stretto o di casi di violenza in genere. Il solito guazzabuglio legislativo all’italiana.

Segnaliamo amaramente come all’art 27 del contratto in questione, si sia riusciti a introdurre dentro questo rinnovo contrattuale, il concetto di demansionamento del famigerato JOBS ACT , ovviamente sotto la nuova dicitura di “disciplina delle mansioni” , e a tal proposito ci chiediamo , IN PARTICOLARE ALLA CGIL , come si possa da una parte ratificare certi contratti e poi dall’altra annunciare la raccolta firme contro lo stesso jobs act, una vera e propria contraddizione , sotto ogni punto di vista, oltre che a ricalcare forme e stile da autentici politicanti da CIRCO BARNUM, ove si enunciava una cosa al pubblico, per poi fare esattamente l’opposto, un po’ come l’attuale sinistra politica che e’ stata votata contro il blocco berlusconiano neoliberista e invece , una volta al potere, ne ha ricalcato e ingigantito le basi ideologiche di attacco al mondo dei lavoratori, del lavoro e dei diritti in genere. E la sinistra politica , su questo , dovrebbe riflettere, perche’ e’ sta la sua tomba questo trasformismo.

Oltre tutto a proposito di continuita’ , in questo contratto si amplifica ancor di piu’ le linee guida della bilateralita’ tra sindacati firmatari di regime e industriali, che fin’ora hanno portato negli ultimi 20 anni a una perdita secca del potere d’acquisto per noi lavoratori del 50% circa, ivi compreso il grande bluff dell’euro, moneta imposta dall’alto, calataci senza controlli, e propagandata come atto supremo di bonta’ e di sollevaziore economica e spirituale per il nostro paese che , ai conti fatti, invece non e’ stato cosi’, anche perche’ chi , soprattutto a sinistra doveva fare il difensore dei ceti popolari, invece si e’ trasformato in gendarme truce degli ordini dell’EUROPA DEI MERCANTI E DEI BANCHIERI, CHE storicamente AIUTARE IL POPOLO NON LO HANNO MAI FATTO e mai lo faranno.

Sappiamo anche che il “comitato esecutivo” che si cita spesso in questo rinnovo (Oramai un “leit motiv “ di tutti i rinnovi contrattuali, si e’ trasformato in grimaldello di REGIME PER TRASFORMARE la RSU come principale scopo , forse , quello di chiedere qualche euro in piu’ , a fronte di perdita di diritti, di carichi di lavoro sempre piu’ pesanti, di tempistiche accelerate e di mansioni plurime, ma cosi’ facendo il rischio e’ quello di non essere piu’ un sindacato di lotte e rivendicazioni sociali ma una piccola associazione corporativa di “barattieri” al ribasso, fino a che da barattare non ci sara’ piu’ nulla e verranno pure cacciati dal tempo in quanto non piu’ funzionali al califfato.

Contestiamo in toto invece il nuovo articolo presente , riguardante il LAVORO AGILE, in quanto va a superare di fatto la disciplina del TELELAVORO , REGOLATO DALLA LEGGE BASSANINI ter (legge 191/1998), successivo reg attuativo dpr 70/1999 e successive modifiche, che dava comunque dei paletti, che ora purtroppo cadono.
Nei campi in cui questo fantomatico LAVORO AGILE e’ stato gia’ introdotto , e ci riferiamo in particolare al mondo della scuola, a fronte di qualche circostanziato caso di positivita’ temporanea e limitata, ha portato solo al peggioramento della qualita’ del lavoro, a rendere i lavoratori della scuola , in nome della flessibilita’, pedine attive h 24, senza orari , senza tempi ben marcati, senza sotto stress.

E’ chiaro che per chi ne fosse interessato personalmente o professionalmente (intendo RSU-RLS,lavoratori ECC) abbiamo in proposito una relazione particolareggiata che va a smontare non solo l’impalcatura maestra di questo rinnovo contrattuale, ma ogni singolo suo articolo, ad iniziare sia dai vari aspetti tecnicistici, sia a quelli di vera e propria ipocrisia intellettuale, nella fattispecie quando si promette un welfare sociale ma “solo per chi aderisce ai fondi integrativi di assistenza sanitaria” (in questo preciso caso il FASE), e pure su questo punto ci scapperebbe da affermare che e’ discriminante verso chi non ce l’ha e non la vuole questa adesione, in aggiunta al fatto che lo stesso articolo in questione pare escluderebbe da questo eventuale welfare i lavoratori che questa adesione ce l’hanno , ma non verso quello di categoria, ma verso quello aziendale(che in alcune grosse aziende e’ gia’ partito).

Trattasi ovviamente di un welfare pagato dagli stessi lavoratori, altro che conquista sociale. Fondi integrativi su cui noi come COBAS , avevamo, abbiamo e avremo sempre le nostri forti perplessita’ e contrarieta’ a proposito.
ALIMENTARISTI: lavorare bene, lavorare tutti, ora piu’ che mai!

Per la segreteria COBAS lavoro privato VENEZIA
SANDRO PESCOPAGANO

01/03/2016

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