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Il Mose protegge Venezia dalle acque per tre giorni consecutivi

Il Mose ha tenuto per tre giorni consecutivi: evitate tre punte massime di marea di 130 cm. .

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Il Mose ha offerto una prova di forza stavolta: Venezia è stata difesa dall’alta marea per 48 ore consecutive.
Un test non indifferente, dato che alla città sono state evitate tre punte massime da 130 cm.
Si può quindi parlare di una vera e propria prova di forza quella del Mose a Venezia.
Barriere sollevate consecutivamente per 48 ore, da venerdì a domenica – tranne un temporaneo passaggio per le navi a Malamocco – e città che si è risparmiata tre punte ripetute di acqua alta di 130 centimetri.
L’ultima, domenica pomeriggio, addirittura era di 133 cm, misurati



alla diga del Lido, complice un forte Scirocco.
Una ‘maratona’ trionfale per il sistema idraulico alle bocche di porto, che – anche con un sollevamento in notturna, venerdì – ha spazzato via ogni dubbio sulla sua efficacia.
Senza Mose, Venezia non solo sarebbe stata sommersa tre volte per il 45-50% del suo centro storico, ma avrebbe vissuto complessivamente 12 ore in balia dell’acqua alta.
Questo perché, spiegano dal Centro Maree del Comune, ogni ‘estremale’ ha avuto una durata di circa 4 ore, complice la fase meteo-astronomica sfavorevole. In sostanza, la marea è scesa sempre molto lentamente prima di tornare al minimo.
“L’acqua alta a Venezia non è più un problema – ha detto Cinzia Zincone, a capo del Provveditorato alle opere pubbliche del Nordest – Questa settimana




è stata cruciale per i test del Mose”.
“Non solo il Mose ha protetto Venezia – ha aggiunto – ma la parziale apertura delle bocche, con l’abbassamento di quella centrale di Malamocco, ha consentito il transito delle navi, risolvendo così uno dei conflitti più acuti, quello tra porto e la città”.
Il test sulla bocca centrale di Malamocco – l’abbassamento delle paratoie, mentre le schiere di Lido e Chioggia restavano sollevate – era già stato fatto mercoledì scorso, prima giornata di una settimane tutta di alte maree consecutive a Venezia.
Il Mose ha finito il suo stress test domenica sera verso le 20, quando è stato raggiunto il livellamento tra mare e laguna. Solo allora i tecnici del Consorzio Venezia Nuova, impegnati in un tour de force operativo, hanno azionato i comandi che faranno riaffondare nei cassoni sul fondale le 78 paratoie.
Per la ripresa della navigazione sui canali di ingresso alla laguna le navi hanno dovuto aspettare un paio d’ore in più.
Venezia è rimasta protetta, ma non esattamente tutta completamente all’asciutto




per voler essere fiscali: domenica sera in città l’acqua ha raggiunto i 92-93 cm sul medio mare, sufficienti per bagnare solo le zone più basse.
Un fatto dovuto alla spinta e al rimescolamento della marea nel ‘catino’ della laguna, ma anche alla frazione di acqua che in 48 ore di sbarramento continuato del Mose non poteva non filtrare tra gli spazi meccanici delle paratoie.

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  1. sarebbe auspicabile qualche precisazione sul temporaneo abbassamento delle paratoie di malamocco, se sono state abbassate tutte le paratoie di quello sbarramento o solo quelle (quante?) necessarie al transito delle navi citate, e gli orari in cui questo abbassamento è iniziato e terminato, con le quote di marea esterna/interna in quel momento;

    presumo infatti che l’abbassamento sia avvenuto in condizioni di pressochè parità di livello (altrimenti si avrebbe avuto il temuto effetto onda in ingresso) durante la fase calante della marea, ed in relazione a ciò mi sembra quindi incorretto attribuire poi a 48 ore di alzata la frazione di acqua che si ritiene essere filtrata in laguna “tra gli spazi meccanici delle paratoie”.

    se l’abbassamento a malamocco è avvenuto in condizione di livello uguale tra mare e laguna (come presumo), la valutazione dell’acqua poi filtrata a sbarramento ripristinato è da relazionare all’arco di tempo successivo, ovviamente inferiore al totale delle 48 ore (circa) in cui sono rimasti alzati gli altri 2 sbarramenti di chioggia e punta sabbioni; questo aspetto è molto importante per poter valutare l’effettiva capacità di isolamento del mose in caso di prolungata elevata alta marea (con livello di bassa marea comunque elevato), più giorni consecutivi.

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