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Il mistero delle ninfee – Cosa si nasconde dietro ai quadri più celebri di Monet?

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king ninfee rizzoli

Fiori che in sé racchiudono bellezza e segreti nascosti, le ninfee sono state la ”musa” e il soggetto preferito rappresentato dal padre dell’Impressionismo francese: Claude Monet. Attraverso la realizzazione della Grande Decoratiòn, numerosi pannelli raffiguranti proprio queste creature vegetali, il pittore è salito agli onori delle cronache, lui, ma soprattutto il suo ”Paese dei sogni”, il giardino della ridente cittadina di Giverny, dove si ritirò per dedicare la sua vita alla pittura.

Istanti di vita, vicende dolorose, tanti successi e incontri all’insegna del buon cibo e dell’amore per la natura, tuttò ciò è racchiuso nel romanzo-biografia di Ross King (edito da Rizzoli, pagg. 308, € 23), Il mistero delle ninfee – Monet e la rivoluzione della pittura moderna.

Il genio Monet è da sempre conosciuto proprio per i suoi soggetti acquatici, marini, ma soprattutto per le sue bellissime ninfee. Ad incuriosire fin da subito il lettore, è infatti proprio il titolo. Cosa celeranno questi soggetti tanto osannati? Ebbene, lo si scopre pian piano.

Da sempre, ciò che premeva al ”potente poeta della natura” era rappresentare i suoi soggetti, tenendo conto del tempo e dello spazio. I cambiamenti che toccano il paesaggio durante il trascorrere delle ore, è ciò che lo animava, lo spingeva a dipingere, anche novanta tele in una volta.

Non è però questo il suo segreto più recondito, a raccontarlo, o meglio, a farlo intuire pian piano al lettore, sono gli avvenimenti raccontati in questa biografia. Quella di un uomo burbero, nato in povertà, non molto amato dai critici all’inizio e piuttosto malinconico e negativo, che amava poco la mondanità, ma adorava le visite dei suoi amici più intimi e veri.

Il futuro capo di stato Clemenceau, gli scrittori Mirebeau e Geoffrey, nonché Rodin e Renoir. Queste le personalità che si susseguono nella biografia; il lettore entra nell’intimità dei loro rapporti con l’artista, leggendo pezzi tratti dalle loro lettere, racconti delle loro visite e i discorsi di incoraggiamento riservati a Monet nei periodi bui.

Il più oscuro, fu quello della Prima Guerra Mondiale, quando l’inventore dell’Impressionismo dovette affrontare la partenza per il fronte del figlio e la morte di un genero, costretto poi a prestare servizio allo Stato con dei dipinti raffiguranti delle rovine monumentali, solamente per ricevere un po’ di carbone e altri piccoli vantaggi.

Storia mondiale, storia dell’arte, politica e medicina si mescolano come i colori di una tavolozza nella biografia di King, per dimostrare le diverse sfumature di un artista prima di tutto uomo, che ha letteralmente vissuto per le sue opere, dando prova di come la sua passione fosse la vera benzina che manda avanti una macchina chiamata vita.

Alice Bianco

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