Ignorare, non conoscere, non sapere, non riconoscere, trascurare, sottovalutare.
Una ragazza di dodici anni non ce la fa più. Si arrende e cede al desiderio di farla finita.Fa un volo dalla finestra, non senza aver lasciato due scritti, uno di scuse ai genitori, un altro rivolto ai compagni di classe “adesso sarete contenti” o giù di lì.
Chi era quella ragazza? Una studentessa di dodici anni che non mostrava, secondo gli insegnanti, alcun segno di disagio, nessuno sa cosa possa essere successo.Si accenna al bullismo, ad atteggiamenti di altri ragazzi e ragazze che avrebbero portato la loro coetanea a questo gesto estremo.
Eppure andava tutto bene, ci riportano le cronache, sapendo che spesso il silenzio dice di più dell’urlo. Tutti ignoravano chi era quella ragazza veramente. Ignoravano il suo malessere, ignoravano il suo sconforto… Eppure, lentamente, ma inesorabilmente i comportamenti “altrui” le hanno tolto forza, non ce l’ha fatta a sopportare.
Adesso tutti sanno, nessuno sapeva, i compagni si interrogheranno con i loro cellulari, la preside ha fatto un bel discorso in classe, come d’obbligo, gli insegnanti parleranno di valori, di rispetto, come è giusto che sia.E i ragazzi si convinceranno di non aver fatto niente, al massimo di aver scherzato, ma niente di più.
E domani è un altro giorno, e dopodomani quel fatto è già un po’ più lontano, in fondo nessuno ha fatto o detto niente e una che si butta dalla finestra “in fondo un po’ strana lo è”. I genitori degli alunni di quella classe parleranno con i loro figli, che, individualmente giureranno di non c’entrarci niente… e lo penseranno davvero, perché in fondo ormai è tutto così anche fuori della scuola, ci si può offendere, cosa sarà mai, ci si prende in giro: che male c’è? Lo fanno tutti. O quasi tutti.
Andreina Corso
20/01/2016
