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I cavalieri del Nord – Avventuroso, magnetico e molto femminista

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I cavalieri del nord

Riuscire a trovare in Italia qualcuno con la capacità di scrittura di George R.R. Martin sembrava un’impresa impossibile. Poi, grazie alla Multiplayer edizioni, ti imbattibi nel nuovo libro di Matteo Strukul I cavalieri del nord e tutto cambia: ti senti trasportato in un mondo lontano, antico e che pure senti vicino tanto è ottima la costruzione delle ambientazioni e dei personaggi.

La storia è quella di Wolf, salvato da bambino dai lupi che è è diventato un giovane cavaliere Teutone. Cresciuto sotto la guida di Kaspar von Feuchtwangen, suo mentore e maestro, il ragazzo intraprende insieme ad altri settanta cavalieri crociati, un lungo viaggio dalla Russia alla Transilvania per raggiungere e difendere il castello di Dietrichstein, ultimo avamposto della fede cristiana in una terra ormai in preda a orde di barbari e diaboliche forze oscure. Lungo la via, fra terre addormentate in un inverno infinito, Wolf incontra Kira, che tutti credono una strega, ma che in realtà nasconde una storia di ribellione e violenza nei bellissimi occhi color temporale. La sua è una presenza che getta scompiglio nella schiera Teutone, poco avvezza alla presenza femminile, e che reagisce con sospetto e rabbia, ritenendo la donna responsabile delle molte sventure che costellano il lungo viaggio. Ma niente è come sembra nell’Europa del 1240.

Sentire il gusto del ferro in bocca ad ogni pagina girata, leggere sotto le coperte perché il ghiaccio dell’Est Europa ti entra nelle ossa ad ogni riga, soffrire, arrabbiarsi e commuoversi per le vicende dei protagonisti. Questi sono solo alcuni dei miracoli compiuti da Strukul nella sua opera che ci appassiona in maniera straordinaria faticando a staccarsi da questo lungo viaggio che il lettore compie con Wolf, Kira e Vjsna.

La costruzione di un libro si dice riuscita quando lo scrittore riesce a far amare i cattivi tanto quanto i protagonisti e Vjsna fa parte proprio di questa categoria. Vittima delle situazioni, villain in qualche modo per forza, Strukul La rende irresistibile, un personaggio che si finisce per amare, discutendone le scelte ma anche comprendendole.

Elemento interessante de I cavalieri del nord è che parte come un libro fortemente al maschile e si trasforma, pagina dopo pagina, in un libro che non dimentica la forza delle donne, anzi le esalta le pone allo stesso livello degli uomini, creando delle eroine nelle quali anche le ragazze possono rivedere se stesse. Questa è una cosa molto importante, perché questo genere finisce troppe volte per avere un target prevalentemente maschile, che però Strukul, seguendo l’insegnamento di Martin stravolge, rivolgendosi a 360 gradi a tutti.

Difficile trovare un difetto ad un libro così completo, appassionante, dove il lettore riesce a vivere le stesse esperienze dei protagonisti perché, ognuno di essi, è costruito con intelligenza e attenzione.
Giri l’ultima pagina e ti senti svuotato, ti senti di aver dovuto salutare un compagno di avventure tra i migliori degli ultimi anni con la consapevolezza di sentirti più arricchito per aver intrapreso un viaggio letterario che ti ha insegnato che si può scrivere grande letteratura di genere anche qui in Italia.

Sara Prian

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