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Hellas Verona: una vittoria e un pareggio, media inglese uguale a salvezza

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Hellas Verona: una vittoria e un pareggio, media inglese uguale a salvezza

La partita dell’Hellas con il Bologna aveva dimostrato che l’ Hellas Verona ha carattere. Quella con il Lecce che ha anche il gioco.

Si, perché della vittoria Gialloblu allo stadio Via del Mare, non si può che parlarne bene: meritata, per stessa ammissione di Liverani e soprattutto stretta.
Soprattutto il primo tempo è stato decisamente di marca scaligera e lo zero a zero era decisamente un risultato bugiardo. L’essere riusciti a segnare un solo goal è l’ennesima dimostrazione di quello che vanno dicendo tutti da inizio mercato, serve un attaccante.

L’arrivo di Stepinsky dovrebbe sopperire all’annoso problema, anche se il bottino di sei goals nell’esperiEnza chievense, non sono benauguranti.
Ormai il mercato è chiuso e il terminale offensivo è arrivato, nella speranza dell’esplosione definitiva a 24 anni.

Mister Juric, nelle prime due partite è riuscito a sopperire a tale mancanza e ad ottenere il massimo; quattro punti che contro dirette concorrenti è vero e proprio oro colato.
Ora ci sarà la sosta per la nazionale e il nuovo attaccante che arriverà (perché arriverà), avrà tempo di entrare negli schemi.

Sembrerà incredibile ma per la prima volta in quattro anni, possiamo dire che Verona ha ritrovato un allenatore degno di questo nome.

Tralasciando gli aggettivi di schietto, diretto e sincero che hanno infarcito gli articoli della stampa veronese in queste settimane, ciò che interessa davvero è vedere finalmente una idea di gioco. Poco importa che sia loquace o taciturno, a chi si esalta per le conferenze stampa ricordo, che Osvaldo Bagnoli, l’allenatore dello scudetto, non era certo mister espansività. Contano il lavoro e i concetti, non le parole.

L’azione che ha portato al goal di Pessina, è stata davvero un concentrato di tecnica e organizzazione. Non si è trattato di un caso fortuito, perché ciò che ha dimostrato la squadra, oltre a degli schemi è anche una discreta qualità negli elementi.

Il centrocampo è decisamente il reparto migliore e Veloso, Zaccagni e Amrabat compongono un trio interessante. Due parole in più vanno spese per Mattia Zaccagni, frutto della primavera scaligera che sta davvero dimostrando di avere i colpi da grande giocatore. Speriamo solo che la dirigenza non decida di venderlo alla prima occasione ma lo faccia maturare prima di lasciarlo andare.

Amrabat si sta dimostrando un lottatore, uno di quei giocatori che piace al pubblico per grinta e tenacia, che non tira mai indietro la gamba. In fine Veloso, ritrovando l’allenatore che lo ha voluto fortemente, ha ritrovato anche la possibilità di diventare leader di questa squadra.

Dopo la sosta vi sarà il Milan al Bentegodi e nulla sarà scontato. Soprattutto con un attaccante di ruolo.

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