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Hellas Verona: illudersi o non illudersi? Questo il problema

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Si torna in campo, qualcuno ancora col pandoro sullo stomaco

Una luce in fondo al tunnel.. Ma illudersi è presto

Dopo le prestazioni nelle cinque partite di campionato, è difficile ritenere l’Hellas Verona una candidata alla salvezza. Non tanto per gli undici goals subiti e uno fatto (su rigore) ma per le prestazioni espresse.

Praticamente non è mai sceso in campo, sia fisicamente che mentalmente e in quattrocentocinquanta minuti, si sono viste buone cose solo gli ultimi venti con il Napoli. Manca tutto, soprattutto la voglia di lottare su ogni pallone.

Il gioco di Fabio Pecchia ci ha abituato al possesso palla e alla costruzione del goal attraverso una rete di passaggi. Insomma una squadra tecnica che vinceva con i piedi buoni. Questo era possibile in serie B, dove la rosa a disposizione era tra le migliori ma con la A, l’abisso è profondo. Non si può pretendere di vincere con la tecnica quando i tuoi giocatori non l’hanno migliore degli avversari.

Quando si lotta per la salvezza, la cattiveria, l’agonismo e la corsa devono sopperire ai limiti.

Tutte caratteristiche che questa squadra ha cercato di dimostrare nella quinta giornata, la partita casalinga con la Sampdoria.

La squadra di Genova non è una di quelle destinate alla lotta salvezza, è costruita per ambire a qualcosa di più e proprio per questo il segnale dei Gialloblù è stato confortante.

Non bisogna illudersi però, la prestazione che finalmente si può definire di calcio (nelle quattro precedenti l’Hellas Verona sembrava praticare un altro sport), deve essere supportata dalla continuità.

Ora arriva la Lazio ferita dalla sconfitta casalinga con il Napoli e con un Inzaghi costretto a reinventarsi la difesa.

Un avversario proibitivo per questo Verona ma se si vuole puntare veramente alla salvezza, bisogna fare punti con tutti. O almeno provarci.

Se si guarda la rosa però, sulla carta non è peggiore del sei o sette con cui deve competere. Il presidente Maurizio Setti ha confermato la totale fiducia al mister, presidente che è stato contestato dalla curva attraverso un comunicato ma che volenti o nolenti è al momento il proprietario della squadra.

Spetta a Pecchia trovare le soluzioni per riemergere dal fondo classifica e dimostrare che le critiche su di lui sono eccessive.

È inviso alla tifoseria, ma non può essere solamente per questioni di gioco. In riva all’Adige sono passati mister ben peggiori e in fondo ha ottenuto dei risultati fino a questo momento. Ha centrato l’obbiettivo promozione lo scorso anno, con tratti di gioco spumeggiante e quest’anno deve adattarsi alla serie A. E deve farlo in fretta.

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