Giorni decisivi per la Grecia e l’Europa, che dovranno decidere se dire si o no all’uscita dall’Unione Europea e al ritorno alla dracma. Intanto mercoledì sera, nella piazza principale di Atene, Piazza Syntagma, si è tenuta una manifestazione organizzata dal fronte del «no», Syriza, il partito del premier Alexis Tsipras.
Nel frattempo si verificano code in farmacia, razionamenti di medicinali e cibo: questa la situazione di una Grecia sull’orlo di una crisi che sta arrivando al suo apice, ma c’è anche chi si arricchisce.
Papharm per esempio, il più grande grossista privato di medicine ateniese, ha registrato un incremento della domanda di forniture fino al 50% ed ha così imposto dei limiti alla distribuzione di medicinali agli esercizi al dettaglio, per non trovarsi con i magazzini vuoti. I fattorini hanno fatto tre o quattro ore di straordinario portando in centinaia di farmacie sacchi pieni di scatole di medicinali, importati dalla Germania, Svizzera o dalla Francia. Per il latte in polvere da neonati, Papharm ieri ha registrato il raddoppio delle richieste con 1.500 confezioni in più.
Le farmacie più piccole si sono così, viste chiedere dai grossisti il saldo dei medicinali tre volte al giorno e solo in denaro liquido (dove ormai non si ritira più di 60 euro al giorno), mentre gli importatori di prodotti della tedesca Bayer o della svizzera Novartis, non consegnano più dietro bonifico o pagamento elettronico, perché hanno paura di non venir effettivamente pagati.
La situazione in diverse zone della città e nelle case è quella da periodo prebellico, quando si faceva rifornimento di medicine e generi alimentari per poter sopravvivere poi, durante le guerriglie. Il braccio di ferro tra governo greco e Unione europea hanno spinto a tanto la popolazione greca.
Di recente poi, gli ateniesi hanno sentito che Alexis Tsipras aveva scritto ai colleghi europei per chiedere un’estensione del programma, andata respinta e ciò non ha fatto che acuire il senso di incertezza.
Redazione
01/07/2015
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