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Grande lazio schiaccia Milan dai nervi fragili. Inzaghi intravede Spalletti

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lazio milan gol di klose TSPORT

Grande lazio schiaccia il Milan. Menez aveva segnato il primo gol facendo illudere (per una dormita di Basta che regala palla), ma si capiva che la Lazio ne sarebbe venuta fuori, che era la sua serata. Era troppo concentrata e non mollava mai. L’unico a non accorgersene era proprio il Milan, che ostinatamente ha continuato a chiudersi per difendere l’esiguo vantaggio rinunciando a giocare (ha cominciato a perdere tempo al 20′ del primo tempo, non è un po’ troppo?).

Ménez ha una palla buona e non perdona (decimo gol stagionale), ma poi del Milan non c’è niente altro. La Lazio la mette sotto di brutto, con una sicurezza anche quando perde palla che sembra ostentare “Ma dove credi di andare” lottando per recuperarla.
La squadra di Pioli attacca tutto il primo tempo e poi esplode: due gol in quattro minuti nella ripresa: Parolo firma il pareggio, un grandissimo Klose il sorpasso (foto). Poi, prima della fine, ancora Parolo, arriva un definitivo 3-1 che scatena la festa dell’Olimpico per il risultato ma anche per il terzo posto in classifica.

Il Milan non c’è, non esiste. In difesa deve tutto al suo portiere, il centrocampisti non esistono, gli attaccanti esterni non spingono. Galliani ha una brutta espressione, e come se non bastasse gli arrivano nelle orecchie i cori dei 5 mila tifosi milanisti in trasferta che contestano la squadra con cori poco garbati.

Il Milan, dopo il fortunoso vantaggio, rinuncia al 4-3-3 di partenza per passare ad 4-5-1, ma in realtà si tratta di un muro che va dalla linea di centrocampo all’area davanti a Diego Lopez. La Lazio, per contro, nonostante il colpo a freddo, riparte con ferocia e all’intervallo conta quattro occasioni da gol, altre due azioni insidiose e lamenta almeno un rigore (trattenuta evidente di Mexès su Mauri).

Nella ripresa la squadra di Pioli spinge con la stessa energia del primo tempo, ma con maggiore precisione e nel giro di sei minuti ribalta il risultato. Il Milan non ha uno straccio di reazione, non ce la fa? Non può? Non si sa, ma il senso di inferiorità fa saltare anche i nervi.

A Mexès per esempio, quando, alla fine, cerca di strangolare Mauri e accende la rissa che gli vale il cartellino rosso.

Inzaghi ora è diventato a rischio esonero, nonostante le rassicurazioni del presidente. Qualcuno fa il nome di Spalletti pronto.
Molto dipenderà dalla “rivincita” del Milan con la Lazio in Coppa Italia.

Mario Nascimbeni

[25/01/2015]

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