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Giornata contro la violenza sulle donne

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25 Novembre. Giornata Nazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
“Sfregio alla società, uomini non restino a guardare”, questo l’appello della Presidente della Camera Laura Boldrini nella giornata dedicata al dramma della violenza sulle donne.
Milletrecento presenze, ospitate nell’Aula parlamentare, per un giorno aperta solo alle donne vittime di violenza domestica, di stupro e di stallking. Insieme per denunciare, raccontare e ascoltare, essere testimoni della ferocia subita.

Donne che hanno analizzato coralmente questo fenomeno che ogni giorno si ripete, che mette in luce una società oppressa dalla violenza e ciò che si è sentito e che già si sapeva, ha superato ogni limite di civiltà e impone alla società intera d’ interrogarsi e rimediare a questa che è una terribile sconfitta dell’umanità.

Una specie di guerra a quanto pare cronica e immedicabile. Il fenomeno del femminicidio: ha ricordato Boldrini, “in Italia uccide una donna ogni due giorni e mezzo. Lo dice l’Istat. Ed è un dato spaventoso”. E ancora, richiamando la personale responsabilità: “Ci sono tanti uomini che vogliono bene alle donne, perché rimangono a guardare? Non vi sembra una incoerenza che gran parte uomini che rifiutano la violenza non facciano nulla? Non dovrebbero essere con noi?”.

Agli uomini è richiesto “di fare un salto in avanti, di uscire da una cultura che ha ridotto per millenni una donna a una proprietà. Bisogna educare i bambini e le bambine alla parità di genere – ha insistito la presidente della Camera – al rispetto per le donne, che devono poter dire no”.

Boldrini ha ammesso che nonostante le leggi e i centri antiviolenza, le istituzioni, gli Enti Locali, le organizzazioni femminili, le case nascoste per arginare la paura, la collaborazione dei Pronto soccorso degli ospedali, le associazioni, c’è ancora troppo silenzio, ripiegamento.

Le donne non parlano, sperano nel miracolo di far ravvedere il carnefice, sono vittime senza la forza della parola e qualcuno deve potergliela dare per sostituire lo sgomento, dare coraggio, ma anche alternative possibili per cambiare la propria vita e quella dei figli.
I racconti della violenza subita, svelati uno dopo l’altro, interminabili e rivelatori di angoscia e di volontà di riscatto, mentre sulle strade di Roma sfilava un corteo infinito, 150mila partecipanti, nel segno “Non una di meno”.

Non basta denunciare, bisogna rimuovere le cause“, ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella “la violenza sessuale non riguarda soltanto le donne ma tutti noi perché riguarda episodi ricorrenti gravissime violazione dei diritti umani e questo coinvolge tutti in egual misura”.

E proprio nella giornata contro la violenza sulle donne è nato il fondo per gli orfani di femminicidio. L’emendamento alla legge di bilancio è stato approvato all’unanimità dalla commissione Bilancio del Senato. E’ un giusto provvedimento che la dice però lungo sullo stato a cui siamo arrivati. A chi rivolgersi per rimediare?

Come trasformare la violenza contro la donna? Quanti secoli ci vorranno ancora perché ciò non accada più? Ed ecco richiamare la scuola, la famiglia, la società, le parrocchie, le religioni, l’autonomia economica che permetterebbe ad una donna di poter fuggire, difendersi, si auspica ad una trasversalità che accomuna generazioni diverse, che richiama l’educazione dei figli maschi, non abbastanza consapevoli, pare, bisognerebbe agire in modo rapido e severo verso chi è violento, troppe le donne che si rivolgono ai commissariati per stalking, ma che finiscono ammazzate.

La manifestazione di ieri ha dimostrato che è necessario cambiare, cambiare tutti e tutte insieme, in un progetto di ricostruzione di civiltà che riesca a trovare nella diversità, l’elemento della parità, in una concezione sacra e unica della persona.

Andreina Corso

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