Di Casanova si è scritto molto: dal cinema, alla letteratura fino al teatro, le storie del libertino veneziano hanno ispirato vicende più o meno rocambolesche.
L’opera di Matteo Strukul, edita da Mondadori (pp. 305, 19,00€), chiamata semplicemente Giacomo Casanova, ha però nel suo sottotitolo La sonata dei cuori infranti, il riassunto del mood che si respira in tutto il libro e che è in grado, solo in quella riga, di inspirare dentro di noi milioni di storie ed emozioni, suoni e sapori di una Venezia lontana nel tempo, ma che ancora ritroviamo attorno a noi.
Siamo nel 1755, Giacomo Casanova è appena tornato in città, e il precario equilibrio su cui si regge la Repubblica, ormai prossima alla decadenza, rischia di frantumarsi e degenerare nel caos. Il doge Francesco Loredan versa in pessime condizioni di salute, e l’inquisitore Pietro Garzoni trama alle sue spalle per ottenere il consenso all’interno del Consiglio dei Dieci e influenzare così la successione al dogado. Il suo sogno proibito è arrestare il seduttore spadaccino, e per far questo gli mette alle calcagna il suo laido servitore Zago. Ma Casanova non dovrà vedersi solo dall’inquisitore: una serie di inganni e sotterfugi vengano macchinati anche dalla contessa Margarethe von Steinberg che lo sfida a sedurre la bella Francesca Erizzo, figlia di uno dei maggiorenti della città. Casanova accetta, forte del suo impareggiabile fascino. È l’inizio di una serie di rocambolesche avventure che lo porteranno ad affrontare in duello Alvise, il focoso spasimante di lei, uccidendolo. Il guaio più serio e inaspettato è però un altro: Casanova, per la prima volta, si innamorerà davvero.
Strukul ci regala un libro che racconta, proprio come in una partitura musicale, i movimenti del cuore in grado di provare tutte le sfumature delle emozioni e dalle quali tutti i protagonisti sono mossi.
Casanova, infatti, oltre a raccontarci l’uomo Giacomo al di là della leggenda di saltimbanco e rubacuori, pone come deus ex machina in grado di movere il sole e le altre stelle proprio i cuori (infranti). Ed è proprio questa scelta a dare quel quid in più al libro dell’autore padovano che, ancora una volta, riesce a raccontarci un periodo storico lontano e farlo prendere vita davanti ai nostri occhi pagina dopo pagina, attraverso non solo una storia avvincente di spionaggio, tradimenti, specchi e volta faccia, ma anche grazie a dei personaggi pulsanti di vita.
A partire da Casanova, tutti i protagonisti vengono scritti con attenzione al dettaglio tanto da renderli unici e così vediamo che dal membro del Consiglio dei dieci fino all’ultimo bottegaio, nessuno finisce schiacciato sullo sfondo, nessun personaggio è macchietta o cliché: sono tutte persone vive che avremmo potuto incontrare a quell’epoca e che parlano tra loro senza artifici ma in maniera reale e sincera.
Lo scorcio della Venezia del ‘700 è di quanto più coinvolgente un autore ti possa regalare e ti ritrovi a correre tra le calli labirintiche della città lagunare tutta da scoprire attraverso gli occhi di questi personaggi mai al 100% positivi o negativi, ma che proprio per questo motivo riescono a trovare un posto nel nostro cuore e a parteggiare o meno per loro.
L’eleganza e la sincerità di Strukul nel raccontarci questa storia, trasformano il libro in un vero page turner immancabile nelle nostre librerie di casa.
Sara Prian
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