Impossibile rimanere indifferenti davanti alla storia di Vera Brittain che con il suo “Generazione perduta” edito da Giunti, ci mette di fronte al suo testamento di gioventù, in una percorso di crescita che colpisce, emoziona e commuove, mentre la Seconda Guerra Mondiale irrompe nella vita della ragazza, distruggendo non solo materialmente il suo mondo, ma lasciando detriti dentro l’anima che rimangono lì, sospesi su una ferita, anche quando il mondo ti chiede di guardare avanti, di tornare alla normalità.
Vera Brittain è una di quelle eroine che si amano fin da subito, una personalità femminile forte, ribelle e decisa; un po’ una Elizabeth Bennet dell’età moderna. Una ragazza che vede la società in cui vive come una gabbia, convinta di poter cambiare l’intero universo, se solo il mondo, fortemente maschilista in quell’epoca, gliene desse l’occasione. Vera è un personaggio che arde di passione, che vuole studiare e realizzare le proprie ambizioni, fino all’arrivo della Guerra…
Qui inizia il vero percorso di crescita della protagonista che si trova, improvvisamente, a fare i conti con un’anima distrutta, un dolore che trasuda dalle pagine e che si trasmette al lettore con potenza e trasporto, tanto che si finisce per sentire Vera come un’amica, una confidente che sta lasciando a te il suo testamento e tu senti che devi proteggerlo, custodirlo come una delle storie più straordinarie trascritte su carta.
Perché al di là degli avvenimenti, la cosa importante di “Generazione perduta” è il romanzo di formazione che ci sta alla base di tutto, è il racconto di questi giovani che sembravano aver in mano il mondo e che poi, per fattori indipendenti dalla loro volontà, si ritrovano a doversi ricostruire una vita, chi può, ma con delle ferite interne che continuano a sanguinare, ma che non possono far vedere, perché devono essere felici, almeno, di essere vivi.
Vera si fa portavoce di un’intera generazione senza speranza, che è dovuta crescere troppo in fretta sotto il suono delle sirene e delle bombe, un libro necessario, che dovrebbe essere inserito di diritto tra le letture scolastiche, perché ti fa entrare in un mondo di sentimenti, prima che di avvenimenti, che ti squarcia l’anima e poi cerca di ricucirla con un ago che gocciola ancora di sangue.
Sara Prian
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