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Fischi a San Siro. Ancora, con il pareggio Inter Chievo

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Quest’anno San Siro sembra che sia abbonato ai fischi (tra Inter e Milan). Sono rare le partite in cui l’ex Scala del calcio non accompagna così l’uscita dei giocatori a fine partita.
Inter – Chievo ieri in campo, e ancora fischi per l’Inter che si deve accontentare di un solo punto e sciupa forse l’ultima occasione per agganciare la zona Europa League.

La sconfitta del Genoa nel match delle 12.30 aveva aperto le porte ai nerazzurri verso il definitivo rilancio in classifica. Ma a quattro partite dalla fine del campionato, l’Inter resta ancorata all’ottavo posto a quota 49 punti. Eterna incompiuta, fallisce la prova di maturità.

E se ha ragione Mancini che alla vigilia aveva detto: “La gara di domani sarà fondamentale per l’Europa”, allora le speranze dei nerazzurri si riducono drasticamente. Il calendario è proibitivo: domenica i nerazzurri saranno impegnati all’Olimpico contro la Lazio, la settimana successiva c’è il derby d’Italia.

L’occasione per far punti era proprio la gara contro il Chievo, ma l’Inter non sfrutta l’opportunità. L’approccio alla gara dei padroni di casa è poco aggressivo ed incisivo, costruiscono tanto ma non riescono a concretizzare. Il Chievo copre bene gli spazi e si fa pericoloso nella ripresa, l’Inter è prevedibile e manca il salto di qualità.

Così con un palo colpito da Icardi e una traversa centrata da Biraghi, il risultato è tutto sommato giusto. Contro un Chievo compatto e ordinato, che unisce al fiato la grinta della provinciale, servirebbe il guizzo dei giocatori di talento.

Ma come afferma anche l’allenatore dopo la gara: “Icardi è stato un po’ sottotono. E Shaqiri e Podolski sarebbero dovuti essere un po’ più precisi e inventare qualcosa”. Invece in attacco è mancata precisione e l’Inter ha cercato più la conclusione dalla distanza che l’azione corale.

Sarebbe bastato alzare i ritmi di gioco e provare a cambiare più volte fronte d’azione, ma i nerazzurri sono ancora macchinosi. Il pubblico, con il passare dei minuti, si infastidisce. Fino ai fischi finali, gli ennesimi in una stagione che resta deludente.

Il Chievo, tutto sommato, ha fatto una gara intelligente. Già nei primi minuti di gara si limita a difendere, pressando il portatore di palla senza lasciare tempo di ragionare all’avversario. L’Inter è qualitativamente più competitiva e si porta subito avanti.

Al 6′ Palacio recupera palla dalla linea del fallo laterale, serve Guarin che prova la conclusione, ma il tiro finisce poco a lato. Il colombiano ci riprova poco dopo ma manca ancora precisione. Al 19′ l’occasione più limpida dei padroni di casa: cross di Juan Jesus, Icardi supera tutti in elevazione e prova di testa colpendo però il palo.

L’Inter costruisce, manovra, ma non riesce a sbloccare la partita. Dalla panchina Mancini mette in guardia: “Siamo lenti e prevedibili”. Il Chievo concede pochissimo, fa buona guardia e usa bene il fuorigioco.

Nella ripresa i veneti si fanno più coraggiosi e intraprendenti. Ed è bravo Vidic al 4′ a respingere un cross pericoloso di Biraghi. Si spende molto, come sempre, Palacio: sacrificio che andrebbe premiato al 14′ dopo una grande azione personale, ma Radovanovic nega la gioia con un intervento in scivolata.

Il Chievo, però, cresce e tocca ad Handanovic – il migliore in campo per l’Inter – a salvare il risultato. Prima su Izco al 19′, poi al 25′ su Meggiorini e ancora su Paloschi tre minuti dopo.

Mancini nella ripresa prova a sconvolgere gli equilibri inserendo Shaqiri e Podolski, ma i due non riescono a sfruttare l’opportunità. Ci prova Icardi al 34′ con una rovesciata, molto spettacolare ma poco efficace.
Il finale è concitato, entrambe le squadre vorrebbero di più. E al 40′ il Chievo ci va vicinissimo con Biraghi che colpisce la traversa.

In pieno recupero, poi, ennesimo calo di attenzione dell’Inter che mette tutto a rischio: Paloschi vola tra le linee difensive e Ranocchia rischia tantissimo con un intervento.

Dalla panchina le urla di Mancini: “Dove c…o vai?”. Finisce 0-0 e il pubblico di San Siro si lascia andare ancora una volta ai fischi.

Roberto Dal Maschio

04/05/2015

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