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Emanuele Lucentini, carabiniere morto in caserma, arrestato collega carabiniere. Accusa: omicidio volontario

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Emanuele Lucentini carabiniere ucciso da carabiniere omicidio

Emanuele Lucentini, carabiniere morto in caserma il 16 maggio scorso, si è sempre ritenuto, a causa di un disgraziato incidente, potrebbe essere invece stato ucciso: per quell’ ‘incidente’ è stato arrestato ieri un collega di Emanuele, carabiniere.

Emanuele Lucentini (foto) potrebbe essere rimasto vittima di un omicidio volontario dicono gli ultimi atti d’accusa, e non di un incidente come era stato ipotizzato inizialmente. Per questo, secondo la procura di Spoleto, il 16 maggio scorso l’appuntato scelto, 50 anni, originario di Tolentino (Macerata), ha perso la vita raggiunto alla nuca da un colpo partito al cambio turno dalla mitraglietta del collega con cui aveva fatto il turno di notte, mentre i due erano nel piazzale della caserma della compagnia di Foligno.

E proprio l’altro militare, l’appuntato scelto E.A., è stato arrestato mercoledì con la pesante accusa.
A suo carico la procura di Spoleto ha chiesto e ottenuto dal gip una ordinanza di custodia cautelare in carcere che è stata eseguita dalla squadra mobile di Perugia e dai carabinieri del Ros di Roma. L’appuntato ora si trova rinchiuso nel carcere spoletino.

Il procuratore Alessandro Cannevale e il sostituto Michela Petrini avevano chiesto per il carabiniere l’aggravante della premeditazione ma il giudice non l’ha ritenuta configurabile.

Ancora da chiarire il movente di quanto successe poco prima delle 8, nel piazzale esterno della caserma. Gli inquirenti mantengono un riserbo assoluto. Ricostruendo la dinamica di quei momenti, gli inquirenti hanno però escluso che Lucentini fosse morto per un incidente durante le operazioni di scarico delle armi.
In base anche alle perizie balistiche è infatti emerso che il colpo venne esploso da distanza ravvicinata, da circa un metro.

In più la mitraglietta M12 in dotazione – è stato accertato – spara solo con una particolare pressione sul grilletto. Elementi che hanno portato gli investigatori a escludere l’incidente e a ipotizzare l’omicidio.
Lucentini faceva parte del turno “smontante” (insieme al collega accusato) e dopo essere rimasto ferito alla nuca venne subito trasportato in ospedale. Dove però morì poco dopo il suo arrivo.

Sposato, appassionato di podismo, era da anni in servizio a Foligno e molto conosciuto in città nonostante fosse nato e cresciuto a Tolentino e residente a Spello.
“Emanuele – aveva ricordato il sindaco della cittadina marchigiana, Giuseppe Pezzanesi – era entrato con convinzione nell’Arma dei carabinieri con l’intento di essere utile agli altri e con la voglia di garantire la legalità e il rispetto delle norme”.
Ora la nuova verità sulla sua morte.

16/07/2015

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