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Elezioni, strascichi e proteste del post voto

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Elezioni, strascichi e proteste del post voto
Dopo la riconferma di Luca Zaia come Presidente della Regione Veneto, la Lega è la prima a protestare: «Tessere non aggiornate, a molti è stato impedito il voto. Faremo un esposto».
In centro storico e in terraferma si sono registrate numerose code sin dalle prime ore di apertura dei seggi al mattino. Tanti elettori ed elettrici alla Leopardi di viale San Marco, alla Di Vittorio, al Pacinotti e al Franchetti; così come al Lido e in centro storico alla Diaz, a San Girolamo e all’Algarotti.
Alcuni degli aventi diritto, recatisi all’Algarotti e al San Girolamo con la tessera elettorale scaduta (dall’anno scorso ci sono meno sezioni con variazioni di seggio), non hanno potuto votare perché vietato da due presidenti di sezione. Dopo i divieti, il Carroccio ha minacciato di rivolgersi alla magistratura. Analoga vicenda anche in terraferma, dove un elettore alla Cipressina, ha votato perdendo un’ora per trovare la sezione giusta.
A metà pomeriggio il Servizio Elettorale del Comune di Venezia ha diffuso una serie di precisazioni, spiegando che «non risultano particolari evidenze circa elettori che non abbiano potuto votare perché non avevano la tessera elettorale aggiornata».
Accuse di brogli elettorali invece, da parte di Cinque Stelle. Schede sarebbero state consegnate già votate alla scuola Ticozzi di Mestre dalla presidente di un seggio «che dopo le rimostranze» dell’elettrice, «non ha neppure voluto mettere a verbale quanto accaduto» e si sarebbe rifiutata di mostrare le schede «ai rappresentanti di lista che la incalzavano». Dalla scuola precisano che il fatto «con ogni evidenza» è «da imputarsi come un errore materiale dello stesso presidente».
A Zelarino invece c’è stato un qui pro quo tra un elettore e un rappresentante di lista con un distintivo che indicava il partito e il candidato da votare. I grillini criticano anche l’ex vicesindaco Sandro Simionato visto nel piazzale dello Stefanini di Mestre mentre parlava con due persone («all’interno dei 200 metri è espressamente vietato dalla legge fare propaganda»). Il rappresentante di lista avrebbe allertato le forze dell’ordine, mentre Simoniato smentisce di essere stato fermato dai poliziotti.

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