La Cgil di Venezia continua ad essere esterefatta dal continuo rincorrersi di incidenti sul lavoro. I due episodi che sono accaduti oggi nella nostra provincia danno la misura di come il lavoro sia sempre più precarizzato, insicuro e in balia del mercato del sommerso, del nero e del grigio, degli appalti al massimo ribasso.
Una vittima a Fusina nel cantiere Costruzioni Navali Venete, colpito da una lastra di metallo che stava tagliando. Settantesette anni.
Un operaio edile a Oriago di Mira cade dal quarto piano di una impalcatura. Versa in prognosi riservata all’ospedale di Mestre. Settantaquattro anni.
Entrambi sembra siano soci lavoratori delle rispettive ditte che operavano nei cantieri. O titolari di ditta individuale.
Si aprono ancora una volta una serie interrogativi ai quali la Cgil chiede da sempre chiarezza alle istituzioni e alla politica.
Saranno le indagini a chiarire se effettivamente questi due lavoratori erano dei “padroncini” oppure se lavoravano sotto il ricatto dei soliti trucchi, sempre più diffusi nell’asfittico mondo del lavoro del nostro Paese.
Perchè due ultra-settantenni si trovavano ancora nei cantieri?
E’ conciliabile la sicurezza con personale di questa età? Esisteva un piano di sicurezza? I lavoratori erano dotati di tutte le attrezzature di sicurezza? Ci sono in quei cantieri i certificati Duvri e Pimus ( sicurezza e ponteggi)?
E’ possibile ipotizzare che la pensione che percepivano non bastasse? Sarebbe bene rivedere tutta la partita sulle pensioni mettendo mano al sistema contributivo.
Ultima considerazione. Si fa un bel dire della legalità e ci si indigna (giustamente) per gli scandali che sono emersi nella nostra Città e nella nostra Regione. Ma si può finalmente mettere mano alla farraginosa procedura degli appalti e alle cascate che ne sono conseguenza?
ENRICO PIRON
segretario generale Cgil Venezia
08/10/2015