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Doping nel body building e nel fitness: carabinieri anche a Pordenone

I carabinieri del Nas di Parma e del nucleo investigativo di Modena hanno eseguito 20 perquisizioni nell'ambito dell'inchiesta, chiamata 'Anabolica'. Perquisizioni sono state fatte nelle province di Modena, Caserta, Roma, Trento, Benevento, Bolzano, Milano, Savona, Pisa, Siracusa, Cosenza e Pordenone.

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Doping nel body building e nel fitness: carabinieri anche a Pordenone all’interno di un’operazione che ha portato a venti perquisizioni in totale.
I carabinieri del Nas di Parma e del nucleo investigativo di Modena hanno eseguito le perquisizioni nei confronti di 20 persone nell’ambito di un’inchiesta, chiamata ‘Anabolica’.
L’inchiesta, tutt’ora in corso, vede 49 persone indagate.
Gli accusati dovranno rispondere di traffico anche internazionale di sostanze dopanti e analizzanti.
I prodotti venivano spacciati nel mondo del body building e del fitness.
Le perquisizioni sono state fatte nelle province di Modena, Caserta, Roma, Trento, Benevento, Bolzano, Milano, Savona, Pisa, Siracusa, Cosenza e Pordenone.
L’indagine, coordinata dal pm Francesca Graziano, prende le mosse dall’arresto, il 6 gennaio 2019, di un culturista e preparatore atletico modenese.
Il body builder era stato trovato con grandi quantità di sostanze vietate.
È stato quindi ricostruito il suo ruolo e il commercio di sostanze dopanti, che ha poi consentito di identificare altri sospetti ‘fornitori’ e di individuare altri atleti e preparatori atletici risultati inseriti nel mondo delle sostanze dopanti come utilizzatori.

Le attività hanno riguardato una ditta romana, attiva nel settore delle pulizie e disinfezioni di uffici pubblici e privati, utilizzata per la distribuzione nel territorio nazionale delle sostanze.
Le perquisizioni sono state eseguite anche nei confronti del proprietario e dei gestori di una palestra campana, ritenuti presunti rivenditori di farmaci ad effetto dopante e stupefacente, e di due atleti iscritti alla Federazione Internazionale di Bodybuilding e Fitness, presunti assuntori.
Sono stati trovate e sequestrate sostanze dopanti e, in alcuni casi, piccole quantità di cocaina e marijuana.

Il mondo del body building è costellato, nell’immaginario collettivo, dall’assunzione di sostanze illecite. Quello che invece resta di concreto sono i decessi per morte improvvisa anche di giovani atleti italiani, forse dovuti anche al fatto di trattare il corpo umano come una macchina a cui chiedere sempre di più.
Daniele Seccarecci, nel recente passato, ne ha rappresentato forse il caso più eclatante: aveva solo 33 anni e nella sua carriera aveva raggiunto traguardi prestigiosi.
Seccarecci era il body builder italiano più famoso al mondo.
Alberto Clementi, di 49 anni, è invece scomparso improvvisamente a dicembre dello scorso anno. Campione di body building molto noto, era residente a Caorle (Venezia).

(foto da archivio)

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