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Derubati di sovranità, Gianluca Ferrara racconta la guerra dell’élite contro i cittadini

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4) I governi sono davvero assoggettati alle banche, così come scrive nel suo pamphlet?

L’obiettivo delle banche è proprio quello di bypassare gli Stati a vantaggio di élite private. Gli Stati non godono di un principio cardine che caratterizza la loro esistenza e cioè la sovranità monetaria. Oggi la sovranità monetaria – come da precetto della dottrina neoliberista dominante in Europa – è gestita da banchieri senza alcun mandato elettorale. Quando gli Stati devono fare spesa pubblica (ammesso che fosse permesso loro di farlo) devono andare con il cappello in mano sui mercati a chiedere in prestito capitali. Su questi prestiti pagano tassi d’interesse da cui deriva il nostro debito pubblico. Ricordo che dal 1992 la spesa pubblica italiana, al netto degli interessi sul debito pregresso, è stata inferiore a tutte le spese realizzate dallo Stato: non abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, siamo solo sottoposti a una truffa che deriva dalla mancanza di sovranità monetaria.

5) Citando Rosseau, lei fa notare come i cittadini rappresentati perdano la libertà e diventino sempre più alienati, qual è la soluzione?

La forte sensazione è vivere in un grande “Truman Show” architettato da mass-media al saldo dei potentati economico finanziari. Il dramma è proprio che questo Sistema usa le persone come ingranaggi per perpetrare le proprie ingiustizie sociali, attraverso la pubblicità ha fatto credere che basta l’ultimo modello di un cellulare per essere soddisfati… celando che, dietro la produzione di quell’oggetto, si è innescata una guerra in Congo per il Coltan (minerale che serve a far funzionare cellulari e Pc), guerra che ha causato milioni di morti. Questi oggetti dovrebbero farci comunicare, in realtà –pensiamo solo ai social social network – spesso viene stimolato unicamente un egocentrismo becero, che mira ad inserirci in gabbie virtuali dove venderci pubblicità. È davvero imbarazzante il non-pensiero che trapela da social come Facebook, invece di essere vetrine da cui si evincono esistenze effimere, figlie di quel berlusconismo dove l’importante è apparire, potrebbero essere uno strumento utile per organizzare cose.

6) Il sottotitolo del suo libro è “La guerra delle élite contro i cittadini”, volgendo quindi lo sguardo al mondo intero, secondo lei potrà mai estinguersi il divario fra ricchi e poveri? E se sì, come?

Il dato della Ong britannica Oxfan del febbraio 2014 è inquietante: le 85 persone più ricche del pianeta godono di un patrimonio equivalente a quello dei 3,5 miliardi di individui più poveri. Forse mai nella Storia dell’uomo c’è stata una dicotomia così evidente tra ricchi e poveri. E in un sistema che si basa sul consumo, allorquando accentri così tanto le ricchezze, il potere d’acquisto viene meno e quindi ci si trova in una crisi di domanda. Il drammatico divario tra ricchi e poveri (ricordo che più di un terzo della produzione alimentare globale viene gettata via nonostante ogni anno circa 30 milioni di persone muoiono per mancanza di cibo) si potrà superare, o in parte mitigare, quando ci sarà consapevolezza da parte dei cittadini. Cittadini che negli ultimi decenni sono stati declassati a consumatori. Occorre quindi “contro informare” e partecipare. Il cambiamento può e deve partire solo dal basso ma pensare che tutto possa risolversi con un cambio di dottrina economica, credo sia illusorio. A mio avviso stiamo vivendo la fine di un’epoca storica iniziata con la rivoluzione industriale, dobbiamo transitare in una nuova fase. Nel libro spiego quali sono i passi da compiere per percorrere in maniera indolore questa fase di transizione.

Alice Bianco

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