In riferimento all’esposto presentato nei giorni scorsi da Luigi Corò, presidente del Comitato per la difesa dei cittadini, su un presunto stato di degrado della chiesa di San Clemente a Venezia, la società che l’ha in concessione respinge – in una nota – ogni addebito, che definisce “infondato”.
Corò ipotizzava che la chiesa, parte integrante di un complesso alberghiero nell’omonima isola di San Clemente, avesse subito dei danni ad alcuni affreschi e ad alcune formelle.
La società subentrata nella gestione nel 2013, e divenuta proprietaria esclusiva del San Clemente nel 2016, sottolinea che in questo periodo ha provveduto a restaurare le parti esterne e a consolidare il manufatto rendendolo fruibile al pubblico.
‘Dall’inizio del 2016 – aggiunge – in stretto coordinamento con la Sopraintendenza di Venezia ed altri soggetti pubblici interessati e con la consulenza dei massimi esperti del settore, si è impegnata a recuperare e riportare in loco tutti gli arredi e le opere che originariamente adornavano la chiesa, attivandosi anche per il restauro ed il recupero degli affreschi e delle altre opere presenti all’interno dell’edificio’.
‘Tale iniziativa – conclude la proprietà – per la pluralità dei soggetti coinvolti e la delicatezza delle opere oggetto di intervento è ancora oggi in corso di esecuzione, ma si confida venga definita in tempo ragionevolmente rapido’.