Scrivere di cronaca nera, probabilmente, è una delle scelte più coraggiose che un giornalista decida di prendere. Se a quella poi ci aggiungi una vena investigativa, si raggiunge il limite dell’eroismo nonché del masochismo. Salvo Sottile è uno di questi bravi e coraggiosi giornalisti, che ha deciso di mettere nero su bianco le sue esperienze e, viaggiando con la fantasia, ha partorito Cruel, edito da Mondadori, un libro che non è il classico thriller, intersecando al suo interno diversi livelli di comprensione e analisi.
Siamo in una Roma svegliatasi con la notizia di un omicidio atroce: una giovane studentessa universitaria è stata ritrovata morta, drenata di tutto il sangue, in un ospedale psichiatrico in disuso. Oltre alla polizia, sulle tracce dell’assassino si mette Mauro, giornalista dalla faccia tosta, che avrà più di un motivo per consegnare alla giustizia il killer.
Cruel è proprio la rivista dove Mauro lavora, focalizzata sugli elementi più truci degli omicidi, offre quello che la mente morbosa dei lettori vuole: succulenti dettagli degli omicidi, tracce su cui poter anche loro, da casa, giocare agli investigatori. Ed è proprio su questa sottile linea che l’intera struttura narrativa si sviluppa, lasciando, a chi non è di mestiere, la capacità di risolvere un caso, di guardare dall’esterno una vicenda e scoprire particolari prima inediti.
Ma Cruel è anche un lavoro minuzioso, attento, che costruisce un climax crescente man mano che si prosegue con le pagine e che dà metà in poi ti tiene completamente incollato alle pagine mentre, nella testa del lettore, iniziano a formularsi le sue prime ipotesi, a mettere insieme i pezzi delle prove che lo stesso Sottile ci offre attraverso le voci dei suoi protagonisti. Come nella acclamata serie della Itv Broadchurch, si inizia a sospettare di tutti, ognuno finisce sotto il nostro torchio, perché nessuno è libero dalla colpa, ognuno, nel proprio piccolo ha un segreto da nascondere.
E’ tutto un mostrare e poi nascondere, un dire non dire, quello che costruisce l’autore, dandoci si, alla fine, tutte le risposte, ma lasciandoci anche col dubbio che la consolazione sia solamente un miraggio, un momento fugace, quasi irreale che svela come nel dettaglio quotidiano, si possa nascondere la risoluzione del problema, ma anche il marcio della vita di tutti i giorni.
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